Sostenibilità, fonti rinnovabili, risparmio energetico, transizione ecologica: sono tutte espressioni ormai entrate nel lessico quotidiano comune. Ma quanto ne sanno realmente i cittadini? Ipsos lo ha chiesto loro nell’indagine “Gli italiani e l’energia” realizzata per Legambiente e Nuova Ecologia, i cui risultati sono stati presentati questa mattina da Andrea Alemanno, responsabile Ricerche Sostenibilità di IPSOS, e Luca Biamonte, direttore Relazioni Esterne e Comunicazione Editoriale Nuova Ecologia, nel secondo giorno del XIV Forum nazionale QualEnergia al Centro congressi di Roma Eventi. La conferenza, intitolata quest’anno “L’ora delle scelte – Le opportunità economiche tra PNRR e transizione energetica”, è organizzata da Legambiente, La Nuova Ecologia e Kyoto Club in partnership con Cobat, il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica e della Regione Lazio, e vede confrontarsi sul palco amministratori pubblici, docenti universitari, esperti e imprenditori del settore, oltre che la presenza del Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibile, Enrico Giovannini. La seconda giornata del Forum è inoltre occasione per presentare il dossier “Rinfreschiamoci senza riscaldare il Pianeta 4.0 – I refrigeranti e il clima secondo Legambiente”.
L’indagine “Gli italiani e l’energia”. Interpellato sulle possibili motivazioni dietro al rincaro dell’energia, il 47% degli intervistati ritiene che quest’ultimo sia da attribuire ai Paesi produttori di combustibili fossili e alle logiche geo-politiche correlate; il 37% imputa gli aumenti a una tardiva presa di coscienza del problema e al ritardo negli investimenti sulle fonti rinnovabili; appena il 16%, invece, ritiene che il rincaro sia dovuto a una transizione ecologica costosa. Proprio il tema del costo della transizione energetica, che tanto ha animato il dibattito negli ultimi mesi, polarizza le aspettative degli italiani: a tendere, per circa la metà della popolazione (48%) i costi della transizione saranno alti, per oltre la metà (52%) saranno invece convenienti. Invitati a esprimersi anche in merito alla Cop26, gli intervistati la giudicano per lo più un’occasione non sfruttata appieno, quando non persa.
Più in generale, otto italiani su 10 si dicono familiari con il concetto di sostenibilità. In crescita, rispetto allo scorso anno, quanti dichiarano un buon livello di conoscenza delle energie rinnovabili (il 62%, contro il 55% del 2020), sebbene meno del 10% sostenga di possedere un elevato grado di familiarità con il tema. Tra le fonti rinnovabili, il 77% della popolazione ritiene quella solare la più adatta alla produzione di energia su vasta scala, anche se è in crescita l’attenzione all’eolico off-shore e alla geotermia.
Guardando ai settori che potrebbero favorire uno sviluppo sostenibile, per il terzo anno consecutivo il settore energetico viene riconosciuto come trainante, con il 38% degli intervistati che lo cita al primo posto. Cresce ulteriormente l’importanza attribuita al settore dei trasporti e della logistica e aumenta in modo significativo quella riconosciuta al settore automobilistico.
“L’indagine rivela, da un lato, una crescente familiarità degli italiani con i temi della sostenibilità e dell’energia, dall’altro una conoscenza ancora insufficiente del mondo delle rinnovabili e del ruolo che l’Italia gioca nel settore: quasi un italiano su due percepisce, infatti, che il nostro Paese sia rimasto indietro sul tema, sebbene risulti in linea con la media europea – dichiara il direttore generale di Legambiente, Giorgio Zampetti – D’altro canto, è rilevante il fatto che oltre la metà della popolazione reputi il ruolo delle rinnovabili positivo in relazione ai costi della transizione energetica e che gli italiani intervistati si mostrino disponibili a rivedere i propri stili di vita e le abitudini di consumo per contrastare il cambiamento climatico”.
“I risultati del sondaggio confermano quella che è la nostra percezione: gli italiani sono sempre più attenti al tema della sostenibilità in tutte le sue accezioni – commenta il vicepresidente del Kyoto Club, Francesco Ferrante – Ed è interessante, per esempio, la nuova sensibilità che emerge sul tema dei trasporti verso forme di mobilità più sostenibili. Particolarmente rilevante il fatto che in larga maggioranza siano consapevoli del fatto che anche gli attuali aumenti delle bollette energetiche non sono certo dovuti alla transizione ecologica e alle rinnovabili, ma piuttosto a una lentezza eccessiva nella fuoriuscita dall’economia basata sui fossili”.
Interrogati sui comportamenti che sono disposti ad adottare per salvaguardare l’ambiente, gli italiani citano al primo posto la scelta di fornitori energetici che utilizzano soltanto fonti rinnovabili – scelta che, accompagnata da misure adeguate, avrebbe ad esempio un importante impatto sulla decarbonizzazione dei sistemi di riscaldamento. Seguono, quindi, la sostituzione degli elettrodomestici con altri a ridotto consumo energetico e l’utilizzo di mezzi meno inquinanti e/o non energivori. Un numero più esiguo di italiani è invece incline a scegliere il trasporto pubblico e i mezzi di sharing mobility per i suoi spostamenti. Un buon numero si dichiara disponibile a risparmiare sull’utilizzo dei riscaldamenti in inverno e su quello dei condizionatori in estate.
Un importante segnale, quest’ultimo, che se tradotto in azioni concrete potrebbe contribuire notevolmente alla transizione energetica considerato che, dopo la CO2, i gas che alimentano le apparecchiature di condizionamento e di refrigerazione sono tra quelli che più incidono sulle emissioni di gas serra in atmosfera.