Se si possiede un apparecchio “datato” probabilmente ci si pone questa domanda ogni volta che sta per arrivare la stagione fredda e si deve accendere il riscaldamento, rimandando magari la decisione all’anno successivo. Invece, è sempre opportuno fare le valutazioni del caso per non ritrovarsi costretti a procedere in tutta fretta.
In linea di massima, una caldaia può durare più di 15 anni, ma con il passare del tempo possono intensificarsi episodi di malfunzionamento che, oltre a lasciarci al freddo, fanno aumentare le spese per le riparazioni. Inoltre, una caldaia a condensazione consuma meno facendoci risparmiare in bolletta.
Esistono i segnali che dovrebbero convincere anche i più indecisi che è arrivato il momento di sostituire la caldaia:
– malfunzionamenti ripetuti che penalizzano il comfort e richiedono l’intervento dell’assistenza;
– riparazioni e sostituzione di componenti che non sono economicamente vantaggiose (il classico caso in cui si pensa “non ne vale la pena”);
– diminuzione dell’efficienza e aumento dei consumi, quindi delle bollette del gas, senza che ci sia stato un cambiamento nell’utilizzo della caldaia;
– incapacità della caldaia di garantire un adeguato comfort sanitario.
Sostituendo la vecchia caldaia con un generatore di ultima generazione si ottengono molti vantaggi, che possono essere riassunti in una maggiore affidabilità e sicurezza, in un netto miglioramento dell’efficienza con una conseguente riduzione dei consumi e in un contributo positivo alla tutela ambientale. Senza dimenticare l’aumento del comfort che si ottiene grazie alle funzionalità della caldaia abbinata alla nuova regolazione.
Dal 2015 i produttori possono immettere sul mercato solamente caldaie a condensazione; quindi, se decidi di sostituire la caldaia mantenendo lo stesso tipo di generatore di calore, oggi dovresti trovare sul mercato solo prodotti basati su questa tecnologia. Chi propone una caldaia non a condensazione sta fornendo un consiglio da non seguire.
Le caldaie a condensazione hanno rendimenti elevati e apportano risparmi, rispetto a un generatore obsoleto, che possono arrivare al 20-30%, se abbinate a sistemi di regolazione ambiente “smart”. Il risparmio maggiore si otterrà, in particolare, con i pannelli radianti a pavimento che funzionano a bassa temperatura, ma si possono ottenere ottimi risultati anche con impianti a radiatori.
Decidendo di sostituire il generatore è possibile optare anche per tecnologie diverse come generatori di calore in pompe di calore, che sfruttano fonti rinnovabili, e i sistemi ibridi (o caldaie ibride), che abbinano una caldaia a condensazione a una pompa di calore.
La sostituzione della caldaia con un sistema ibrido o con una pompa di calore permette di ottenere un risparmio dal 20% al 40% rispetto a una tradizionale caldaia a gas. Installando un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo elettrico per alimentare la pompa di calore, il risparmio in bolletta può arrivare fino al 50-60%.
La sostituzione di una vecchia caldaia domestica con generatori di calore efficienti può accedere a diversi incentivi economici:
– Ecobonus per la riqualificazione energetica degli edifici: consente di detrarre dall’IRPEF il 50% o il 65% delle spese se la nuova caldaia a condensazione è almeno in classe A (per il 65% se la caldaia è dotata di sistemi di termoregolazione classe V, VI o VIII);
– Bonus ristrutturazioni: consente di detrarre il 50% delle spese per l’installazione del nuovo generatore di calore;
– Conto Termico: contributo economico che abbatte di costi di acquisto di generatori di calore che utilizzano le fonti rinnovabili, come le pompe di calore, i sistemi ibridi e le caldaie a biomassa;
– Superbonus 110% (scopri la guida al Superbonus 110%): consente di riqualificare le abitazioni unifamiliari e i condomini se si ottiene il miglioramento di due classi energetiche dell’edificio e si effettua almeno un intervento “trainante” (come l’installazione di una caldaia a condensazione classe A, pompa di calore, sistema ibrido).