Category: Novità

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COME RISCALDARE LA CASA SENZA GAS

L’esigenza, espressa da sempre più famiglie, di orientarsi verso apparecchi per la climatizzazione domestica che siano innovativi e allo stesso tempo efficienti incontra le direttive statali ed europee che spingono e incentivano il passaggio a generatori di calore alimentati da fonti di energia rinnovabile. Lo scopo è quello di tutelare l’ambiente e assicurare alle generazioni future e attuali una sempre più elevata qualità della vita attraverso la riduzione del consumo di combustibili fossili: riscaldare una casa senza gas è diventato un obiettivo di molte famiglie.

Optare per l’elettricità al posto del gas permette infatti di limitare i consumi energetici abbassando le bollette (se questo passaggio viene fatto correttamente). Addirittura, permette quasi di azzerarle se l’elettricità viene autoprodotta dal proprio impianto fotovoltaico, diventando almeno in parte autonomi per l’energia. Con il gas, questo risultato non si può ovviamente raggiungere.

Spostare il riscaldamento dalle fonti fossili all’elettricità, inoltre, è un mezzo importante per abbattere le emissioni e contribuire alla lotta contro il cambiamento climatico, perché si passa alle fonti di energia rinnovabile, evitando o riducendo la combustione di fonti fossili. Se non si vuole passare all’elettricità, un’alternativa è quella dei generatori a biomassa, che permettono comunque un risparmio economico ma che non sono esenti dal problema delle emissioni di CO2.

Doppia finalità: contenere i costi e assicurare il comfort
Se ti stai chiedendo come riscaldare casa senza gas e passare all’elettricità o alla biomassa, la prima domanda che sorge spontanea è se questa sia la scelta giusta per abbattere i costi delle bollette. Allo stesso modo, però, una soluzione ottimale deve tenere conto del comfort. L’impianto deve essere in grado di garantire la temperatura ottimale in tutti i locali e in tutte le stagioni, anche in quelle più rigide.

La convenienza nel riscaldare senza gas metano, utilizzando invece l’elettricità, dipende essenzialmente da due fattori: costi iniziali e costi operativi.

Questi ultimi sono diversi a seconda del sistema di riscaldamento scelto e variano nel tempo in funzione di quanto paghi l’energia elettrica rispetto al gas. Per quanto riguarda i costi iniziali, invece, l’installazione di sistemi di riscaldamento alternativi al gas può comportare una spesa di partenza più elevata. L’installazione di una pompa di calore può richiedere un investimento più significativo rispetto a una caldaia a gas metano.

Primo passo: rendere più efficiente l’abitazione
Per passare dal riscaldamento con caldaia a gas all’elettricità (pompe di calore) la prima cosa da fare è ridurre il più possibile il fabbisogno energetico, rendendo la tua casa più efficiente. Non è sempre indispensabile, ma è senz’altro molto conveniente ed è una scelta di buon senso. Abbassare a monte la richiesta di energia necessaria per riscaldare (o raffrescare) la tua casa, significa poter installare un sistema meno potente, oppure che l’impianto di riscaldamento funzionerà a pieni giri per molte meno ore al giorno.

La soluzione principale per ridurre il fabbisogno e alzare la classe energetica di un edificio sono il cappotto termico e la sostituzione degli infissi.

Laddove non sia possibile (sia per questioni tecniche sia per questioni economiche) isolare l’edificio è comunque possibile inserire una pompa di calore ed ottenere un riscontro in termini di miglioramento della classificazione.

Secondo passo: scegliere il sistema di riscaldamento senza gas
A questo punto potrai scegliere come riscaldare casa senza gas a seconda delle tue esigenze. Le soluzioni a disposizione, come abbiamo detto, sono sostanzialmente di due tipi:
1) Generatore elettrico, quindi una pompa di calore;
2) Caldaia a biomassa;
Entrambe ti consentono di riscaldare e di produrre acqua calda sanitaria utilizzando un unico sistema, proprio come una caldaia a gas.

A queste potrai affiancare il solare termico per sfruttare il calore del sole e, nel caso della pompa di calore, un impianto fotovoltaico per produrre l’elettricità che consumi.

Le pompe di calore riscaldano, raffrescano e producono acqua calda sanitaria utilizzando energia elettrica ed energia termica rinnovabile presente in natura (aria, acqua o terreno). Sono considerate il sistema di riscaldamento del futuro, perché sono efficientissime (rispetto alla caldaia consumano dal 50% al 20% in meno di energia, a seconda delle condizioni) e non inquinano. Le più diffuse per il riscaldamento degli ambienti sono del tipo aria-acqua: significa che prelevano calore dall’aria esterna e lo trasferiscono all’acqua dell’impianto. Nel caso in cui sia previsto un sistema a pannelli radianti oppure a ventilconvettori, utilizzando una pompa di calore puoi anche raffrescare casa, oltre che riscaldarla.

Anche un normale climatizzatore è considerato una pompa di calore. Infatti il climatizzatore, che normalmente viene associato alla climatizzazione estiva, può essere utilizzato anche per il riscaldamento. Si tratta di una pompa di calore aria-aria che rinfresca o riscalda direttamente l’aria di casa. Utilizzare un climatizzatore per riscaldare è conveniente durante le mezze stagioni, perché con temperature esterne miti questi sistemi funzionano con un’alta efficienza e consumano poca elettricità, permettendoci di ritardare di qualche settimana l’accensione della caldaia.
Un climatizzatore reversibile, però, può anche rappresentare l’unica soluzione di riscaldamento in situazioni particolari, per esempio dove non fa mai molto freddo in inverno o in una seconda casa che si usa poco e si vuole evitare la spesa di installazione di un altro generatore di calore.

Con il fotovoltaico ovviamente non si riscalda, ma si produce elettricità.
Se con questa elettricità alimenti la tua pompa di calore, però, anche i pannelli fanno parte dell’impianto di riscaldamento. Combinare fotovoltaico e pompa di calore è un modo particolarmente intelligente per consentire l’autoproduzione e l’autoconsumo di energia. Un sistema integrato di questo tipo, infatti, ti consente di eliminare il gas e di abbattere contemporaneamente i costi della bolletta elettrica. Soprattutto se aggiungi all’impianto fotovoltaico un sistema di accumulo elettrico, potrai infatti avvicinarti all’indipendenza energetica.

Riscaldare con il solare termico
I pannelli solari termici, a differenza di quelli fotovoltaici, sfruttano il calore gratuito del sole per riscaldare l’acqua calda sanitaria e possono funzionare anche da supporto per l’impianto di riscaldamento, facendoti risparmiare ulteriormente sui consumi della pompa di calore.
In particolare, in estate i pannelli solari termici (o collettori solari) permettono di ottenere fino all’80% dell’acqua calda sanitaria gratis (riescono a portare l’acqua a 80°C!), così puoi evitare di far partire la caldaia o la pompa di calore già dalla primavera. In inverno contribuiscono comunque con una certa quantità di calore, riducendo il lavoro e i consumi della pompa di calore.
Come supporto all’impianto di riscaldamento, con sistemi a bassa temperatura come le pompe di calore il solare termico può contribuire per circa il 20% all’energia termica necessaria.

Riscaldare con la caldaia a biomassa
Una caldaia a biomassa (legna o a pellet), a differenza di un stufa, scalda l’acqua dell’impianto che poi circola in tutta la casa. Si tratta quindi di un generatore di calore che può servire l’intera abitazione (compresa l’acqua calda per bagno e cucina), non solo una stanza.
Storicamente il pellet ha sempre avuto costi decisamente inferiori rispetto al gas, ma dopo la crisi energetica le quotazioni sono aumentate, pur mantenendo un certo vantaggio economico.
Le caldaie a biomassa raggiungono alte temperature, quindi se vuoi abbandonare il gas mantenendo i vecchi termosifoni, possono rappresentare la scelta giusta, in particolare se sei in una zona dove puoi rifornirti di materia prima da filiera corta (oppure non puoi avere a disposizione l’energia elettrica per fare funzionare la pompa di calore).
È importante sapere che per tutelare la qualità dell’aria e godere degli incentivi oggi è possibile installare solo nuove caldaie a biomassa a basso inquinamento classificate con 4 o 5 stelle.

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POMPE DI CALORE PER RISCALDAMENTO E ACQUA CALDA SANITARIA

L’EHPA (l’associazione europea dei produttori di pompe di calore) ha osservato come nel 2022 il mercato delle pompe di calore sia cresciuto in tutta Europa a una velocità senza precedenti: un aumento di oltre il 38% in un anno e un volume totale di vendite superiore a 3 milioni di unità. Ormai le pompe di calore rappresentano circa un quarto del totale dei sistemi di riscaldamento venduti, grazie soprattutto all’installazione in nuovi edifici.

La cosa più importante è scegliere il modello che più si adatta alle proprie esigenze, considerando la tipologia della fonte di energia da cui attingere.

POMPA DI CALORE ARIA-ARIA
Le pompe di calore aria-aria sono tra le più facili d’installare e sono proprio per questo motivo tra quelle più utilizzate. Tuttavia, è importante tener conto che quando le temperature dell’ ambiente esterno scendono al di sotto dei 5-7 °C, anche le prestazioni del sistema possono risentirne, determinando un aumento dei consumi d’energia.
Si conviene che tale soluzione risulta ideale per chi vive in regioni calde e con un clima abbastanza mite durante tutto l’anno. Un’altra applicazione perfetta per questa tipologia di installazione è quella delle seconde case in sostituzione ai sistemi di riscaldamento tradizionali caldaia/radiatori. In questo caso le pompe di calore aria/aria rappresentano un ottimo compromesso considerando il minor costo di impianto e un comfort potenzialmente minore rispetto a quello di un sistema ad acqua per il riscaldamento ma pesato su un utilizzo saltuario dell’abitazione.

POMPA DI CALORE ARIA-ACQUA
Le pompe di calore aria-acqua ormai hanno superato le pompe di calore aria-aria nei dati di vendita del 2022 e rappresentano circa il 50 % delle pompe di calore (1,5 mln su 3 mln di pompe di calore totali).
Questa tecnologia sfrutta l’aria esterna come fonte d’energia e la utilizza per trasferire calore nell’ acqua contenuta nell’impianto (nei termosifoni o nella serpentina del riscaldamento a pavimento) o nell’acqua calda sanitaria. Il vantaggio è di avere in un unico impianto la combinazione di riscaldare e raffrescare gli ambienti o avere acqua calda sanitaria.
Inoltre la pompa di calore aria-acqua è una tecnologia che può funzionare anche in modalità ibrida, quindi in abbinamento a caldaie a condensazione (che utilizzano come fonte energetica gas metano o gpl).

POMPA DI CALORE ACQUA-ACQUA
La pompa di calore acqua-acqua rientra in quelle che vengono definite pompe di calore geotermiche. Infatti è un generatore di calore che genera energia termica sfruttando le acque di falda, oppure le acque di laghi e fiumi. L’acqua non solo come fonte di calore, ma anche come fluido di lavoro all’interno di essa. L’impianto acqua-acqua può essere considerato tra quelli più efficienti poiché usa l’acqua proveniente dalle falde acquifere, che mantengono sempre una temperatura stabile: ciò garantisce prestazioni alte e costanti per tutta la stagione invernale.
Lo svantaggio? L’elevato costo di installazione, dovuto alla creazione di un pozzo da cui attingere la fonte di alimentazione dell’impianto.

POMPA DI CALORE GEOTERMICA
La pompa di calore geotermica, grazie all’inserimento di un’apposita sonda nel sottosuolo, preleva dal terreno il calore necessario al suo funzionamento. Infatti, a circa dieci metri di profondità, si trovano temperature comprese tra circa 10°C e 15°C che si mantengono costanti per tutto l’anno. Questa scelta risulta molto conveniente se abbinata a sistemi di riscaldamento a pavimento o a pannelli radianti, ma può essere utilizzata anche in abbinamento a sistemi tradizionali come i caloriferi.

Quali sono i vantaggi di scegliere la pompa di calore per riscaldamento, raffreddamento e acqua calda sanitaria?

UNA SCELTA GREEN CHE AIUTA A CONTRASTARE L’INQUINAMENTO E IL CLIMATE CHANGE
Una pompa di calore non utilizza combustibili fossili, quindi non causa localmente emissioni di CO2 né di altre sostanze inquinanti, migliorando la qualità dell’aria soprattutto nelle grandi città. Inoltre, se l’elettricità consumata proviene da fonti rinnovabili (magari dal proprio impianto fotovoltaico), si ottengono climatizzazione e produzione di acqua calda sanitaria totalmente gratuite e ad emissioni zero!

PERMETTE DI ALLINEARSI ALLA NORMATIVA VIGENTE SULLE FONTI RINNOVABILI
L’integrazione di impianti basati su fonti rinnovabili all’interno degli edifici è obbligatoria da qualche anno. In particolare, il D. Lgs 199/2021, che recepisce la Direttiva europea RED II (2018/2001/UE), prevede che da giugno 2022 le rinnovabili debbano garantire il 60% del fabbisogno termico per il riscaldamento e per la produzione di acqua calda sanitaria (il 65% nel caso degli edifici pubblici) negli edifici nuovi o sottoposti a ristrutturazione rilevante. Fino a quella data la percentuale minima da soddisfare era comunque del 50%.

LA CONVENIENZA ECONOMICA DELLE POMPE DI CALORE
L’utilizzo di una pompa di calore elettrica al posto di una caldaia tradizionale a gas consente un risparmio del 30% circa in bolletta, grazie agli altissimi rendimenti di questi sistemi e al funzionamento dell’impianto a basse temperature.
Attenzione! Il risparmio effettivo dipende dalla modalità di funzionamento della pompa di calore, dalla temperatura di mandata dell’acqua all’impianto, dalla località di installazione, e quindi anche dal grado di isolamento termico e dalla tipologia dei terminali di riscaldamento esistenti.

DETRAZIONI FISCALI E INCENTIVI CHE ABBATTONO IL COSTO D’ACQUISTO
Attualmente, una pompa di calore può essere installata in sostituzione di un vecchio sistema di climatizzazione invernale sfruttando la detrazione fiscale del 65% Ecobonus o del 50% (Bonus Casa) fino al 31/12/2024, o dal SuperBonus nelle modalità oggi in vigore. Infine, c’è il Conto termico 2.0 che permette di ottenere direttamente sul conto corrente un contributo per piccoli interventi per la produzione di energia termica da fonti rinnovabili e per l’incremento dell’efficienza energetica.

SCELTA PROIETTATA AL FUTURO
Pensare di sostituire una caldaia a gas con una pompa di calore è una scelta che proietta la vostra casa al prossimo futuro per almeno due ragioni molto contingenti:
1) con l’aumentare dell’energia da fonti rinnovabili, sia a livello centralizzato sia a livello distribuito, il costo dell’energia elettrica in bolletta tenderà a ridursi e quindi ad aumentare drasticamente la convenienza economica
2) l’installazione di una pompa di calore in luogo di una caldaia a gas (o a gasolio) ci permette facilmente, in quasi tutte le installazioni, di migliorare di almeno 2 classi energetiche (il superbonus ce lo ha confermato). Questo vuol dire rendere la propria casa pronta per le prossime leggi che recepiranno la direttive europea EPBD la quale imporrà il raggiungimento delle classi energetiche E e D dal 2027 al 2033. Il tutto senza effettuare (laddove non si possa per questioni di qualsiasi natura) interventi sull’involucro.

La pompa di calore è sempre consigliata:
– nel caso di nuove costruzioni sia di abitazioni unifamiliari che di condomini, perché soddisfa l’impianto “tipo” di oggi: riscaldamento, raffrescamento, acqua calda sanitaria, ricambio d’aria, integrazione con produzione fotovoltaica. Il contesto normativo impone l’utilizzo di più tecnologie che vanno interconnesse in modo smart, al fine di ottenere edifici a basso consumo energetico. Per fare ciò è necessario integrare più dispositivi per soddisfare comfort, efficienza/sostenibilità e garantire facilità di utilizzo. Con una pompa di calore gran parte del lavoro è delegato tutto a un unico generatore;

– nelle riqualificazioni e/o ristrutturazioni immobiliari, in quanto assicura interessanti opportunità di efficientamento energetico dell’edificio, con aumento della classe energetica e conseguente innalzamento del valore dell’immobile.

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CALDAIA A CONDENSAZIONE O POMPA DI CALORE? COME SCEGLIERE

Differenza tra caldaia a condensazione e pompa di calore
Brevemente: la caldaia a condensazione consuma combustibili fossili (gas metano, gpl o gasolio) per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria mentre la pompa di calore sfrutta l’energia termica presente naturalmente nell’aria esterna (o nell’acqua di falda o nel terreno) per trasferire o “pompare” calore all’interno degli ambienti, utilizzando energia elettrica.

Ricordiamo che, oltre al Superbonus, per queste due tecnologie è possibile accedere al normale Ecobonus al 50% e al 65% o al Bonus casa sempre al 50%, fruibile come detrazione fiscale in 10 anni fino al 2024.

I vantaggi di una caldaia a condensazione
Una caldaia a condensazione preleva il gas (che sia metano o gpl) dalla rete e crea una combustione per generare l’energia necessaria al riscaldamento dell’acqua.
Attraverso una pompa, l’acqua calda viene fatta circolare all’interno dei circuiti per alimentare i radiatori o altri terminali di riscaldamento, come i pannelli radianti a pavimento.
La caldaia con impianto a condensazione, rispetto a quelle tradizionali, recupera il calore latente del vapore acqueo presente nei fumi di combustione, che altrimenti sarebbe disperso in atmosfera assieme ai fumi stessi. In questo modo, aumenta l’efficienza e i consumi possono ridursi dal 10 al 30%.

I pro della caldaia a condensazione
– Investimento economico iniziale inferiore, questa soluzione prevede un’installazione piuttosto semplice ed i costi sono moderatamente bassi.
– Funzionalità e resa ottimale anche in presenza di basse temperature esterne;
– Sistema facilmente integrabile con qualsiasi terminale di riscaldamento, dai termosifoni ad alta temperatura a pannelli radianti (parete, soffitto, pavimento).
– Possibilità di prevedere la produzione di acqua calda sanitaria in modalità istantanea, quindi senza necessità di serbatoio di accumulo.
– Accesso agli incentivi dell’Ecobonus 65%/50% (se in classe A) e al Bonus Casa (50%) per tutti gli edifici soggetti a ristrutturazione.

I contro della caldaia a condensazione
– presenza di emissioni inquinanti di anidride carbonica nell’ambiente generate dalla combustione;
– sistema con necessità di allaccio del dispositivo alla rete del gas metano e/o al serbatoio del GPL, quindi il relativo costo di questi combustibili;
– esigenza dell’unità di scaricare i fumi a tetto o a parete.
– risparmio potenzialmente inferiore in bolletta rispetto alla pompa di calore (se quest’ultima viene installata in contesti ottimali).

Cos’é una pompa di calore?
In questo caso il riscaldamento avviene prelevando calore da una fonte naturale esterna più fredda (generalmente l’aria), per trasferirlo all’acqua dell’impianto che circola nei terminali.
Affinché questo accada, è presente un circuito con un particolare gas, che a seguito di una compressione, innalza la sua temperatura per poi cedere calore tramite uno scambiatore.
Una pompa di calore utilizza l’energia elettrica per la gestione del compressore, mentre non impiega elettricità per il riscaldamento diretto dell’aria o dell’acqua, come avviene nelle resistenze elettriche. Per questo motivo la pompa di calore è una macchina molto efficiente in termini assoluti.

I vantaggi della pompa di calore
– Zero emissioni di anidride carbonica e di sostanze nocive per l’ambiente.
– Copre più del 60% del fabbisogno invernale sfruttando una fonte di energia rinnovabile, assorbendo energia elettrica solamente per il funzionamento del compressore.
– Il suo rendimento (in condizioni ottimali) è nettamente più performante in confronto ad una “classica” caldaia; se reversibile, vi è possibilità di utilizzarla 365 giorni l’anno per climatizzare casa sia d’inverno che d’estate.
– La pompa di calore si integra facilmente anche con altre tecnologie rinnovabili come il fotovoltaico e il solare termico. E’ possibile quindi realizzare impianti totalmente a basso consumo.
– Non necessita dello scarico dei fumi a tetto o a parete.
– Accesso agli incentivi dell’Ecobonus (65%), del Bonus Casa (50%) e del Conto Termico 2.0.

I contro della pompa di calore
– l’investimento iniziale è più elevato rispetto a quello di una caldaia;
– vi è una diminuzione dell’efficienza e delle prestazioni con temperature esterne molto basse (sotto 0°C);
– non è indicata per funzionare con i tradizionali radiatori se questi funzionano ad alta temperatura, ma garantisce le migliori performance in abbinamento a sistemi di distribuzione del calore a media/bassa temperatura;
– necessità di uno spazio all’aperto per installare l’unità esterna.

Come capire quale impianto installare?
È sempre consigliabile l’analisi del contesto da parte di un termotecnico, in ogni caso prima di decidere quale delle tue tecnologie installare, vi sono alcune considerazioni da vagliare:
1) bisogna valutare quale sia il migliore impianto in funzione delle condizioni di installazione, della località e delle condizioni dell’involucro edilizio,
2) è indispensabile una figura professionale che sappia gestire e supervisionare la realizzazione degli impianti,
3) se si verificheranno problematiche o imprevisti che richiederanno interventi tempestivi è necessario affidarsi a professionisti che sappiano prendere le opportune decisioni del caso in breve tempo.

Non esiste infatti una risposta univoca al quesito che si pone di fronte alla scelta tra una caldaia a condensazione e una pompa di calore. In alcune circostanze la miglior soluzione potrebbe essere un impianto ibrido.

Cos’é un impianto di riscaldamento ibrido e quali vantaggi offre ai proprietari di immobili?
Gli impianti ibridi (anch’essi incentivabili dall’Ecobonus 65%) sono soluzioni in cui pompa di calore e la caldaia a condensazione coesistono; comportano un investimento iniziale maggiore, ma possono portare a benefici immediati sul risparmio in bolletta.
Il principio è semplice: nei periodi climatici più miti la pompa di calore consente sicuramente un notevole risparmio, cosa che invece non accade se le temperature all’esterno si avvicinano allo zero, momento in cui entra in funzione la caldaia a condensazione.
Un sistema elettronico di gestione può far sì che il funzionamento dell’impianto cambi in tempo reale al fine di massimizzare il risparmio in bolletta.

Sicuramente fare la scelta giusta dal punto di vista energetico e impiantistico consente una reale riduzione dei consumi (e costi), il miglioramento del livello di comfort e, allo stesso tempo, l’aumento del valore dell’abitazione o dello stabile in generale.

Vuoi una valutazione sulla fattibilità/compatibilità di un impianto?
Anticipiamo già che per questo tipo di intervento è necessario effettuare calcoli dimensionali e di fattibilità per definire le prestazioni energetiche dell’edificio e la potenza dei macchinari da installare.
Da questi ne nascerà un progetto d’impianto su misura che terrà conto sia delle esigenze del committente, sia delle caratteristiche dell’ubicazione, per evitare sovra o sotto dimensionamenti.

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GIORNATA MONDIALE DELL’AMBIENTE: I DATI DELL’OSSERVATORIO CITTÀ CLIMA

Un pianeta Terra sempre più in difficoltà, minacciato da una crisi climatica che non arresta la sua corsa e che non risparmia nessun Paese nel mondo. Campanello dall’allarme: il trend in crescita degli eventi climatici estremi. Solo in Italia dall’inizio 2023 sono aumentati del +135% rispetto a quelli di inizio 2022. In particolare, nella Penisola, da gennaio a maggio, si sono registrati 122 eventi estremi contro i 52 degli stessi mesi del 2022Gli allagamenti da piogge intense sono la tipologia che si è verificata con più frequenza con 30 eventi contro i 16 dei primi 5 mesi del 2022, segnando così un +87,5%. Inoltre, da inizio anno sono sei le regioni più colpite da eventi climatici estremiEmilia-Romagna (36), Sicilia (15), Piemonte (10), Lazio (8), Lombardia (8), Toscana (8). 

È quanto denuncia Legambiente che il 5 giugno 2023, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente, ha diffuso i nuovi dati del suo Osservatorio Città Clima, per sottolineare l’sos che arriva dall’ambiente e dal clima e per lanciare un messaggio chiaro al Governo. Per aiutare l’ambiente e contrastare la crisi climatica in atto, servono politiche climatiche più ambiziose accompagnate da interventi concreti sia a livello nazionale sia a livello europeo. Da un lato l’Italia deve accelerare il passo approvando il Piano di adattamento climatico di cui il nostro Paese è ancora sprovvisto e prevedendo risorse adeguate; aggiornando entro fine giugno il PNIEC; approvando una legge contro il consumo di suolo che l’Italia attende da 11 anni. Tre azioni prioritarie su cui l’Italia ad oggi è in forte ritardo. A livello europeo, per Legambiente, è importante che si definisca subito un Patto di solidarietà per il clima, come proposto dal Segretario Generale dell’ONU Guterres, tra Paesi industrializzati, emergenti ed in via di sviluppo per raggiungere zero emissioni nette entro il 2050 a livello globale. Con l’impegno dei Paesi industrializzati di sostenere finanziariamente l’azione climatica dei Paesi più poveri ed anticipare al 2040 il raggiungimento di zero emissioni nette. 

“La fotografia scattata dal nostro Osservatorio Città Clima sugli eventi climatici estremi parla chiaro – dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente – bisogna invertire al più presto la rotta.  L’alluvione che ha colpito nelle scorse settimane l’Emilia-Romagna e le Marche, ma anche le violente piogge che si sono abbattute in questi ultimi giorni in Sardegna e in altre regioni d’Italia sono l’ennesima dimostrazione di quanto la crisi climatica stia accelerando il passo causando ingenti danni all’ambiente, all’economia del Paese, e perdite di vite umane. Al Governo Meloni chiediamo un’assunzione di responsabilità perché per affrontare il tema della crisi climatica serve una decisa volontà politica con interventi concreti non più rimandabili per riparare gli errori del passato come ad esempio tombare i fiumi, costruire in aree non idonee o in prossimità dei corsi d’acqua… Ora bisogna voltare pagina e i primi strumenti per farlo sono proprio il piano di adattamento al clima e le risorse per attuarlo, l’aggiornamento del PNIEC, una legge contro il consumo di suolo. Senza dimenticare che il Paese ha bisogno di più politiche territoriali di prevenzione e campagne informative di convivenza con il rischio. Solo così si potrà evitare che l’ultima tragedia sia la penultima e che il Paese rincorra sempre l’emergenza”.  

Tre azioni urgenti su cui l’Italia deve accelerare il passo. Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici: l’Italia deve approvare definitivamente il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, ancora in standby dopo la fase di VAS (valutazione ambientale strategica) avviata dal governo alla fine dello scorso anno dopo la tragedia di Ischia. E stanziare le adeguate risorse economiche per attuarlo, visto che non sono state previste nell’ultima legge di bilancio.  

PNIEC. L’Italia, insieme agli altri Stati membri dell’Unione Europea, entro la fine di giugno deve aggiornare il suo Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC). Strumento fondamentale per mettere in campo, nei prossimi anni cruciali da qui al 2030, un’ambiziosa azione climatica europea e nazionale in grado di contribuire a contenere il surriscaldamento del pianeta entro la soglia critica di 1.5°C e fronteggiare l’emergenza climatica. L’Italia, in sintesi, deve fare la sua parte con la revisione del suo PNIEC andando ben oltre l’inadeguato obiettivo climatico nazionale del 51% proposto nel PNRR per il 2030.  

L’Italia può colmare l’attuale ritardo (dal recente rapporto dell’ISPRA sugli scenari emissivi dell’Italia emerge che nel 2030 con le politiche correnti potremo raggiungere una riduzione delle emissioni climalteranti di appena il 33% rispetto ai livelli del 1990) e centrare l’obiettivo climatico del 65% grazie soprattutto al contributo dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. In questa partita è fondamentale, anche per accelerare la transizione energetica, prevedere il phase-out dei sussidi alle fonti fossili entro il 2030, liberando così importanti risorse finanziarie da investire nello sviluppo delle rinnovabili e dell’efficienza energetica. E poi accelerare la decarbonizzazione dei trasporti, la mobilità elettrica può e deve fare la differenza

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ELIMINAZIONE PROGRESSIVA PER IL RISCALDAMENTO A FONTI FOSSILI, OBBLIGO RIQUALIFICAZIONE PER GLI EDIFICI ENERGIVORI E NUOVE COSTRUZIONI A ENERGIA ZERO. ECCO LA NUOVA DIRETTIVA EPBD.

Si sta molto discutendo sulla proposta di Direttiva europea sull’efficienza energetica degli edifici (EPBD, Energy Performance of Building Directive) approvata dal Parlamento UE il 14 marzo 2023, con la quale l’Europa alza l’asticella sull’efficienza e decarbonizzazione degli edifici.

Il cammino è ancora lungo, ma le novità introdotte hanno già creato qualche scompiglio, come quella che riguarda i sistemi di riscaldamento a combustibili fossili come il gas.

In questo senso la proposta della nuova Direttiva EPBD (che, ricordiamo, non è definitiva), include due raccomandazioni distinte. Per quanto riguarda l’installazione di nuovi impianti:
1) Gli Stati membri non devono più autorizzare l’utilizzo caldaie a combustibili fossili nei nuovi edifici o in quelli sottoposti a ristrutturazioni importanti dalla data di recepimento della Direttiva;
2) Devono eliminarne gradualmente l’uso in tutti gli edifici entro il 2035 o, se non fattibile, entro il 2040.

Dalla scure della Direttiva EPBD si “salvano” i sistemi ibridi e le caldaie certificate per funzionare con combustibili rinnovabili (come l’idrogeno, che noi stessi installiamo) anche in percentuali ridotte che potranno continuare ad essere venduti e installati.

La direttiva si occupa anche degli incentivi che attualmente sono concessi nei vari Paesi per l’installazione di nuovi sistemi di riscaldamento a combustibili fossili. In particolare:
al più tardi dal 1° gennaio 2024 gli Stati membri non offriranno più incentivi finanziari per l’installazione di caldaie individuali che usano combustibili fossili. In sostanza, nel caso la caldaia si guastasse potrebbe non essere più disponibile nessuno sconto (Ecobonus, Bonus ristrutturazioni e Superbonus) se non per le pompe di calore “pure” e i collettori solari.

Cosa sostituirà le caldaie a gas?
Con lo stop per le caldaie a gas si apre una strada maestra per le pompe di calore, che possono essere installate in moltissimi casi: dalle nuove abitazioni unifamiliari ai condomìni, fino agli edifici dove sono presenti i tradizionali radiatori.
Il blocco agli incentivi alle caldaie va letto presumibilmente in questo senso. Essendo la pompa di calore aria-acqua una tecnologia costosa (anche 3 o 4 volte una caldaia) lo strumento politico per incentivarne l’utilizzo è quello di abbatterne il costo di investimento rispetto alla caldaia. Mantenendo l’incentivo sulle pompe di calore (ad esempio l’attuale 65%) e togliendolo sulle caldaie il costo di investimento netto per l’utente finale diventa molto simile nei due casi, a fronte a un risparmio energetico negli anni ben superiore.

Il problema della classificazione energetica
Secondo le stime dell’Ance (Associazione Nazionale dei Costruttori Edili), sul totale di 12 milioni di edifici residenziali in Italia, si tratta di circa 1,8 milioni di edifici che risulterebbero in classe G che sarebbero da riqualificare entro il 2030. A queste si devono aggiungere circa 230.000 altre tipologie di fabbricati. Sarebbe necessario un ritmo di lavoro davvero sostenuto, superiore rispetto a quanto è stato realizzato con il Superbonus che, in tre anni, ha consentito di agire sul 3,1% degli edifici residenziali italiani.

La nuova Direttiva, però, prevede diverse deroghe, oltre a consentire, per una percentuale limitata di edifici (ad esempio quelli pubblici di residenza sociale), di adeguare gli obiettivi in funzione della fattibilità economica e tecnica delle ristrutturazioni e della disponibilità di manodopera.

Insomma, la strada è ancora lunga, ma è necessario iniziare a pensare ai cambiamenti energetici che coinvolgeranno tutta la comunità con l’obiettivo comune di salvaguardare l’ambiente. E noi siamo al tuo fianco: scopri i nostri servizi.

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Fieramesse,Messe Bozen,Klimahouse 2023

KLIMAHOUSE 2023: CI SIAMO ANDATI!

400 espositori, 32.000 visitatori, 100 eventi, 500 partecipanti al Klimahouse Congress: un bilancio più che positivo per Klimahouse 2023 che continua a mettere al centro l’integrazione tra prodotti e progetti all’avanguardia per costruzioni green riscuotendo un grande successo con iniziative come i Klimahouse Tours, visite guidate agli edifici sostenibili dell’Alto Adige più virtuosi, organizzate in collaborazione con la Fondazione Architettura, il Klimahouse Congress e il Klimahouse Wood Summit, i due appuntamenti annuali dedicati all’approfondimento rispettivamente del New European Bauhaus e del mondo del legno.

“Siamo una piattaforma importante per diffondere una cultura dell’edilizia meno impattante, sia dal punto di vista energetico che ambientale. Per questo, oltre a promuovere prodotti e soluzioni, diamo una chiave di lettura per comprendere lo sviluppo del mercato del lavoro in questo settore”, afferma Thomas Mur, Direttore di Fiera Bolzano. “Con la survey sui green jobs in edilizia abbiamo quindi focalizzato l’attenzione sul fattore primario per lo sviluppo dell’edilizia green: l’uomo”, conclude Mur.

Nella terza giornata di Klimahouse 2023, Fiera Bolzano e Politecnico di Milano hanno decretato i vincitori del premio alle aziende più innovative ed efficienti dell’edilizia sostenibile.

Per la categoria Innovation, rivolta ai prodotti/servizi che hanno saputo apportare una significativa innovazione tecnologica nel proprio settore di riferimento, spostando in avanti l’orizzonte delle prestazioni e della qualità tecnico-economica ottenibili, il vincitore è:

SOGIMI Spa con Skala®

➢ Motivazione della giuria: il componente fotovoltaico appositamente sviluppato per l’integrazione architettonica permette di trasformare il tradizionale involucro verticale in un generatore di energia. Esso presenta appositi agganci di connessione che permettono la realizzazione di una facciata ventilata, facilitano l’integrazione architettonica e garantiscono allo stesso tempo un’elevata facilità di montaggio oltre alla futura ispezionabilità del componente.

Per la categoria Circle, rivolta a prodotti/servizi che si distinguono per una forte vocazione nei confronti dell’economia circolare, della salvaguardia dell’ambiente e della salute delle persone, attraverso l’utilizzo di materiali rinnovabili, biologici, riciclabili o riciclati, il vincitore è:

Calchèra San Giorgio con Calcedicampo Bio-Intonaco

Motivazione della giuria: questo intonaco naturale è costituito da un composto equilibrato di materie riciclate, derivate dalla filiera agroalimentare e dal laterizio, quali calce pura naturale e sabbia da gusci d’uova, ceneri amorfe di lolla di riso e cocciopesto. Il componente è caratterizzato da un’elevata traspirabilità tale da minimizzare i fenomeni di condensa superficiale.

Per la categoria Market Performance, rivolta a prodotti che hanno dimostrato la capacità di incontrare e soddisfare le esigenze di ampie fasce di utenti, ottenendo una larga diffusione sul mercato e assumendo un ruolo di riferimento per il settore, con particolare riguardo agli aspetti di sostenibilità ed efficienza energetica, il vincitore è:

Gruppo Poron con Neodur WTRX A

➢ Motivazione della giuria: NEODUR WTRX A+ è un isolate con goffratura e tagli rompitratta in polistirene espanso ottenuto da materie prime rinnovabili derivanti da biomassa, quali sottoprodotti di rifiuti organici. Questo sistema permette di soddisfare la sempre crescente necessità di isolare gli edifici minimizzando al contempo l’impatto sulle risorse naturali.

Infine, per la categoria Startup, dedicata alle realtà imprenditoriali/aziendali emergenti, capaci di offrire servizi/prodotti a forte contenuto innovativo, il vincitore è:

Nazena

➢ Motivazione della giuria: Nazena è un’azienda di upcycling deep-tech che porta la sostenibilità nell’industria della moda dando nuova vita agli scarti tessili attraverso un innovativo processo brevettato. Grazie al riciclo delle fibre tessili, Nazena trasforma scarti tessili industriali e vestiti usati in nuovi prodotti. Una soluzione di economia circolare per portare il settore della moda all’innovazione e alla sostenibilità.

Congratulazioni a tutti i vincitori!

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POMPA DI CALORE IBRIDA: COME FUNZIONA E QUANDO SCEGLIERLA

Una pompa di calore ibrida (o sistema ibrido) è un generatore per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria che affianca a una pompa di calore standard una caldaia a condensazione. Il sistema è definito ibrido proprio perché combina due tecnologie e due fonti di energia differenti: una rinnovabile (aria, acqua o terreno), l’altra fossile. La sua particolarità è che non si tratta di un banale affiancamento in cui i due generatori convivono completamente separati, ma di un impianto intelligente che sfrutta i punti di forza di entrambi a seconda delle condizioni esterne e di quelle dell’edificio, per garantire il comfort con il massimo risparmio economico.

Ogni tecnologia ha i suoi punti di forza e i suoi limiti. Una pompa di calore idronica standard, ad esempio, è un generatore estremamente efficiente e green, perché non utilizza fonti fossili e sfrutta l’energia termica naturalmente presente in fonti rinnovabili disponibili ovunque. In condizioni di lavoro ideali, ossia quando la differenza tra la temperatura della sorgente da cui il sistema preleva energia termica e quella dell’acqua di mandata è poca, la pompa di calore funziona con coefficienti di prestazione (COP) altissimi che permetto di ridurre i consumi di energia primaria.

Quando, invece, tra la temperatura esterna e quella di mandata dell’acqua c’è una differenza ampia, ad esempio nelle giornate invernali particolarmente rigide, il generatore lavora in modo poco efficiente, può consumare molta elettricità e probabilmente non riesce nemmeno a restituire il comfort necessario.

Con una caldaia a condensazione a gas, invece, è possibile provvedere al riscaldamento degli ambienti e alla produzione di acqua calda sanitaria con flessibilità di regolazione e utilizzo, indipendentemente dalle condizioni climatiche esterne, mantenendo lo stesso livello di efficienza. Per contro, l’utilizzo di fonti fossili come il gas costituisce un limite allo sviluppo sostenibile ed è per questo motivo che il futuro della climatizzazione invernale dovrà fare affidamento sempre più sulle pompe di calore.

In una pompa di calore ibrida i due generatori possono funzionare in modo alternato (o solo pompa di calore o solo caldaia) oppure in modo parallelo.

La scelta non è casuale, ma avviene in modo automatico grazie a un sistema di controllo elettronico che avvia la sola pompa di calore – che è il generatore principale – quando le la temperatura esterna è favorevole, fa partire entrambi i generatori con temperature intermedie oppure avvia la sola caldaia a condensazione se le temperature sono molto rigide.

Per azionare il generatore più conveniente, il sistema di controllo agisce in base a vari parametri, tra cui, oltre alla temperatura esterna, quella interna, il costo dell’energia elettrica, il costo del gas.
È facile comprendere come il meccanismo salvaguardi sempre e comunque la massima efficienza e l’utilizzo delle fonti rinnovabili, perché il funzionamento della pompa di calore viene privilegiato ogni volta che sussistono le condizioni giuste. Si evita però che l’impianto consumi troppa energia elettrica e funzioni in modo non economico, quando il COP della pompa di calore raggiunge il limite al di sotto del quale le prestazioni della macchina diventano peggiori di quelle della caldaia a condensazione.

Riassumendo i vantaggi di un sistema ibrido possiamo segnalare questi elementi:
• Utilizzo di fonti rinnovabili: la presenza della pompa di calore permette di rinunciare (in gran parte) al gas e di sfruttare l’energia termica presente in aria, acqua o terreno.
• Gestione intelligente: un sistema ibrido permette di utilizzare sempre il generatore più conveniente.
• Comfort elevato in qualsiasi condizione: la caldaia a gas assicura alte temperature di mandata quando il clima è rigido.
• Flessibilità nella distribuzione del calore: con una pompa di calore ibrida, non è sempre necessario sostituire i tradizionali radiatori già presenti in casa. È possibile, quindi, scegliere tra più sistemi di distribuzione del calore.
• Sicurezza di esercizio: potendo contare su sue due generatori che possono funzionare in modo indipendente, viene assicurata la continuità operativa dell’impianto di riscaldamento in caso di guasto o manutenzione.

Quando scegliere la pompa di calore ibrida o quella standard?
Per valutare se sia più conveniente installare una pompa di calore ibrida o una standard bisogna considerare aspetti tecnici ed economici. La zona climatica dell’immobile è un primo fattore importante, ma è altrettanto fondamentale verificare lo stato di isolamento dell’edificio per quantificare il suo fabbisogno termico effettivo e, di conseguenza, quale temperatura di mandata è sufficiente per raggiungere il comfort e la tipologia di sistemi di diffusione del calore idonei.

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NEL 2023 SUPERBONUS 90%: ECCO COSA CAMBIA E COME FUNZIONA

Il Superbonus 110% non sarà più come lo abbiamo conosciuto finora. Introdotto nel luglio del 2020 con l’obiettivo di imprimere una svolta alle riqualificazioni energetiche nell’edilizia, il maxi-incentivo, infatti, sta per essere depotenziato. Il DL Aiuti Quater (DL 176 pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 18/11/2022) abbassa dal 2023 l’aliquota di detrazione al 90% e introduce una deroga per le unifamiliari per proseguire con l’incentivo fino al 31/12/2023. I cambiamenti coinvolgono, in particolare, i condomìni e le abitazioni unifamiliari per cui sono richieste nuove condizioni al fine dell’accesso. Bisogna precisare che da qui alla conversione in Legge, oppure con la nuova Legge di Bilancio, potrebbero essere introdotte nuove modifiche, in particolare riguardo alla cessione del credito e dello sconto in fattura, due opzioni alternative alla detrazione fiscale che hanno avuto fin qui un percorso molto travagliato.

Come era il vecchio Superbonus 110%
Partiamo con ordine ricordando sinteticamente com’era il Superbonus prima del Decreto Aiuti Quater:
– aliquota di detrazione al 110% per interventi di efficientamento energetico degli edifici, a condizione di ottenere il doppio salto di classe energetica dell’edificio e di realizzare almeno uno degli interventi “trainanti” (cappotto termico, installazione di caldaie a condensazione in classe A, di pompe di calore e di sistemi ibridi);
– accesso possibile per condomìni (per i condòmini solo per interventi trainati), per edifici plurifamiliari da 2 a 4 unità abitative, edifici unifamiliari , con scadenze differenziate a seconda del soggetto richiedente: prima del nuovo Decreto Aiuti Quater, per i condomìni era previsto che l’aliquota del 110% fosse valida fino al 31 dicembre del 2023, mentre per le abitazioni unifamiliari la scadenza era il 31 dicembre 2022, a patto che fosse stato realizzato entro il 30 settembre 2022 almeno il 30% dei lavori complessivi previsti dall’intervento.

Come sarà il nuovo Superbonus al 90% dal 2023
Come dicevamo, il Decreto Aiuti Quater ha introdotto nuove condizioni per il Superbonus. Le condizioni tecniche per fruire del Superbonus (doppio salto di classe energetica e interventi trainanti) e gli edifici che possono accedere all’incentivo restano invariati: condomini ed edifici plurifamiliari da 2 a 4 unità distintamente accatastate, anche se posseduti da un unico proprietario o in comproprietà da più persone fisiche (compresi edifici oggetto di demolizione e ricostruzione), oltre edifici unifamiliari ma solo a determinate condizioni, che vediamo in seguito. Ecco le nuove aliquote di detrazione valide a livello generale:
– 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2022;
– 90% per le spese sostenute dal 1° gennaio fino al 31 dicembre 2023;
– 70% per le spese sostenute nel 2024;
– 65% per le spese sostenute nel 2025.
La novità introdotta dal DL 176 è l’abbassamento dell’aliquota al 90% per le spese del 2023, mentre gli scaglioni al 70% e al 65% sono stati individuati nella precedente legge di Bilancio 2022.

Cosa succede ai condomìni che hanno deliberato l’intervento
I condomìni e gli edifici composti da 2 a 4 unità sono i soggetti maggiormente penalizzati dal nuovo Superbonus, perché la manovra è “retroattiva”, dato che è stata anticipata di un anno la scadenza dell’aliquota al 110%, che viene ridotta al 90% già dal prossimo anno. Sono senz’altro molti i casi in cui un intervento con Superbonus 110% è già in corso o è stato deliberato a livello condominiale ma non ancora effettuato. Cosa succede in questi casi? I lavori già concretamente avviati procedono con la detrazione del 110% anche per il prossimo anno, ma se i lavori non sono ancora iniziati, nel 2023 si potrà sfruttare la vecchia aliquota di detrazione al 110% solo a condizione che la delibera condominiale sia avvenuta entro il 24 novembre 2022 e che la Cilas (la Cila introdotta per semplificare le pratiche burocratiche relative ai lavori oggetto di Superbonus) sia stata depositata entro il 25 novembre.

Cosa succede agli edifici unifamiliari e alle abitazioni indipendenti
Tranquillizziamo anche chi sta effettuando i lavori di efficientamento sulla propria abitazione unifamiliare con il Superbonus, ma non prevede di completarli entro il 2022. Il nuovo Decreto stabilisce che per i lavori in corso d’opera, nel caso di edifici unifamiliari si potrà beneficiare del Superbonus al 110% per le spese sostenute fino al 31 marzo 2023 (e non più fino al 31 dicembre 2022), sempre a condizione che sia stato realizzato almeno il 30% dei lavori alla data del 30 settembre 2022.
I proprietari di immobili unifamiliari o con accesso indipendente che decidono da questo momento in avanti di effettuare lavori di efficientamento, però, non restano esclusi dal nuovo Superbonus, come era previsto prima del Decreto Aiuti Quater: anch’essi dal 1° gennaio e fino al 31 dicembre 2023 potranno usufruire della detrazione al 90%, a condizione, però, che siano rispettate due importanti requisiti:
1) l’immobile deve essere l’abitazione principale (sono escluse le seconde case);
2) il reddito familiare di riferimento nell’anno precedente alle spese non deve essere superiore a 15.000 euro, una soglia che non è “assoluta”, ma che viene calcolata in base al quoziente familiare.

Il quoziente familiare è calcolato in questo modo: il reddito familiare viene diviso per il coefficiente 1 se nel nucleo è presente un solo componente, viene diviso per 2 se oltre al richiedente c’è un coniuge o un secondo familiare convivente, mentre se sono presenti figli o altri familiari a carico, per ognuno vale il coefficiente 0,5 che andrà sommato per ricavare il coefficiente totale (oltre i due familiari a carico il coefficiente da sommare resta invariato a 2). Prendendo a prestito l’esempio del Sole 24 Ore significa che: “per una coppia il tetto al reddito complessivo si attesta a 30.000 euro, per una famiglia di tre persone arriva a 37.500″.

Come abbiamo accennato all’inizio, non è escluso che per il Superbonus subentrino ulteriori modifiche, in particolare con la legge di Bilancio che sarà varata entro la fine dell’anno e che potrebbe accogliere direttamente al suo interno i contenuti del Decreto Aiuti Quater, senza aspettare la sua conversione in legge.

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CONTENERE IL CONSUMO DI GAS: BUONE PRASSI E NUOVE TECNOLOGIE.

Efficienza energetica per ridurre i consumi di gas. Questo l’imperativo che l’Europa ha di fronte e che deve trovare misure pratiche di attuazione il più in fretta possibile, perché l’autunno è alle porte e con esso arriva anche l’accensione dei riscaldamenti invernali. Il rischio è di non avere gas sufficiente per tutto l’inverno, mentre famiglie e imprese potrebbero non riuscire a sostenere il costo di bollette da capogiro.
Mentre si cercano fornitori di gas alternativi alla Russia e si riempiono gli stoccaggi nazionali, la Commissione UE ha proposto alcune misure di risparmio destinate ai cittadini e in Italia si è già presa qualche decisione importante: ad esempio, abbassare la temperatura di riscaldamento di 1°C e posticipare l’accensione di una settimana. Tra buone prassi e scelte tecnologiche di efficienza per la climatizzazione, potremo vincere la sfida che ci porterà – sempre nelle intenzioni dell’UE – ad abbattere del 15% i nostri consumi di gas fino alla prossima primavera.

Le tecnologie oggi ci consentono di adottare buone prassi di risparmio in diversi ambiti di consumo energetico in modo molto semplice.

La gestione della temperatura di riscaldamento con tecnologie digitali per la termoregolazione evoluta, per esempio, consente di avere sempre sotto controllo i consumi di gas, di risparmiare e di ottimizzare la gestione in modo che non dobbiamo rinunciare al comfort.

Inoltre, non dobbiamo dimenticarci che esistono sistemi di climatizzazione evoluti ed efficienti che non utilizzano gas (come le pompe di calore) che consentono di mantenere inalterate le nostre abitudini, ma spostano i consumi dal gas alle fonti rinnovabili e consumano meno grazie ai più alti livelli di rendimento (una strategia che è alla base della Transizione energetica). In teoria è proprio questa la vera efficienza energetica: fare le stesse cose, ma consumando meno. Mettendo insieme buone prassi e nuove tecnologie di climatizzazione efficienti che non consumano gas, i risultati in termini di efficienza possono diventare davvero interessanti, aiutarci a vincere l’attuale sfida energetica e a spendere meno in bolletta.

Secondo la IEA (International Energy Agency), in Europa gli edifici sono troppo riscaldati: la temperatura media sarebbe infatti di 22°C. Se tutti i cittadini del vecchio continente riducessero la temperatura solo di 1°C, come risultato si avrebbe un risparmio annuale di 10 miliardi di metri cubi di gas naturale. Se si pensa che, sempre secondo la IEA, nel 2021 l’Ue ha importato il 45% del gas dalla Russia (circa 140 miliardi di metri cubi in un anno) si può capire come questa piccola azione di risparmio sarebbe comunque molto utile. E ne beneficerebbero immediatamente anche le nostre tasche.

Aumentare l’efficienza energetica abbassando il riscaldamento oggi è semplicissimo. Utilizzando tecnologie digitali evolute, infatti, è possibile impostare la temperatura ambiente automaticamente in base a quella esterna, regolare ogni stanza in modo diverso (grazie alle valvole termostatiche montate su ogni radiatore), cambiare le impostazioni in qualsiasi momento da remoto tramite App, verificare in tempo reale i consumi e lo stato dell’impianto. Insomma, uno stimolo al risparmio che parte dalla possibilità di tenere tutto sotto controllo.

Se il modo più immediato di risparmiare gas è evitare di consumarlo, la soluzione per l’efficienza energetica nella climatizzazione sono le pompe di calore elettriche che, allo stato attuale, rappresentano i generatori più indicati per affrontare le sfide energetiche e ambientali future. Questi sistemi oggi hanno raggiunto livelli di rendimento altissimi, ben più alti delle caldaie a gas. Quindi, da un lato consentono di elettrificare i consumi (e l’elettricità è ormai prodotta in buona parte con fonti pulite rinnovabili) e dall’altro mettono in pratica il concetto stretto di efficienza: consumare meno a parità di servizio reso.

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IMPRESE E CARO ENERGIA, PERCHÉ L’ITALIA STA PEGGIO DI FRANCIA E GERMANIA

La scure del caro energia stia colpendo tutta l’Europa, ma in Italia rischia di creare danni particolarmente gravi alle imprese. La recente relazione del Centro Studi di Confindustria è chiara su questo argomento: la nostra economia sta perdendo competitività rispetto ai nostri principali competitor europei, a causa dei rincari del gas e dell’elettricità.
L’aumento dei costi per l’economia italiana è stimato tra i 5,7 e i 6,8 miliardi in più al mese, che significa tra 68 e 81 miliardi su base annua. Il più colpito con aumenti fino a quasi 32 miliardi annui è il settore manifatturiero, quello che più di altri rischia di perdere competitività.

Anche prima delle recenti dinamiche al rialzo, l’impatto dei costi energetici per le imprese nazionali era maggiore rispetto ai nostri vicini europei. Le differenze nel biennio 2018-2019 erano relativamente contenute rispetto alla Germania (0,6 punti percentuali) ma già significative rispetto alla Francia (1,6 punti percentuali). Poi, con l’aumento dei prezzi delle commodity, nel 2021 la differenza nell’incidenza dei costi energetici dell’Italia dalla Germania aveva superato un 1 punto percentuale, e ben 2,6 punti dalla Francia. E nel 2022 il divario con la Germania potrebbe aumentare fino a 2,1 punti percentuali e fino a 4,9 rispetto alla Francia.

Le stime di Confindustria prevedono che, se l’aumento dei prezzi non dovesse rientrare, per l’industria italiana l’incidenza dell’energia sul totale dei costi di produzione crescerà nettamente, arrivando superare l’8,0% rispetto al 4,0% nel periodo pre-crisi: più del doppio, insomma, un valore che per alcuni comparti rischia di essere davvero pesante. In realtà non se la passano benissimo nemmeno l’industria francese (4,8% contro il precedente 3,9%) e soprattutto quella tedesca (7,2% dal 4,0% pre-crisi).

Ci saranno dei settori industriali più colpiti di altri? Le stime di Confindustria dicono di sì. In particolare, tra i settori energivori sarà colpito soprattutto quello del legno (con una variazione nell’incidenza dei costi di +6,3 punti percentuali rispetto al pre-pandemia), della gomma-plastica (+5,6), dei minerali non metalliferi (+8,8) e della chimica (+4,5), mentre per la metallurgia, nonostante figuri come il settore italiano più colpito in assoluto dalla crisi energetica, il rincaro sarebbe addirittura maggiore in Germania (+12,4 punti percentuali).

Perché l’Italia è più colpita di Francia e Germania dal caro energia?
Il caro energia pesa in maniera differente nei Paesi europei prima di tutto a causa del diverso mix di fonti energetiche utilizzate, sia per quanto riguarda gli acquisti diretti delle imprese per alimentare la propria attività, sia indirettamente attraverso la fornitura di energia. Sulla base delle elaborazioni dei dati Eurostat, risulta che il gas naturale è la fonte prevalente di consumo in Italia sia per il settore della distribuzione di energia che poi viene erogata sotto forma di gas ed elettricità (49% del totale nel 2019) sia direttamente per la manifattura (76%). In Germania, invece, il “peso” del gas sul mix energetico è decisamente inferiore, così come in Francia. Questo implica che variazioni dei prezzi del gas come quelle che stiamo osservando in questi mesi (e che trainano al rialzo anche il prezzo dell’elettricità), abbiano un impatto proporzionalmente maggiore nel caso delle filiere industriali italiane.
Il secondo fattore è legato alla forte dipendenza italiana dall’estero: importiamo energia per il 78% del nostro fabbisogno. La Germania utilizza più del 50% di energie rinnovabili per la produzione di elettricità e può contare ancora su una parte di energia nucleare. E l’energia atomica soddisfa ancora più del 70% del fabbisogno energetico dei francesi.

Lo scenario futuro
Lo scenario internazionale è stato caratterizzato nel corso degli ultimi diciotto mesi da una corsa eccezionale dei prezzi di tutte le materie prime, ma il gas è stato protagonista assoluto dei rincari. Il suo cui prezzo in Europa già a gennaio del 2022 era cresciuto del 421% rispetto al dicembre 2019.
La guerra in corso ha drammaticamente peggiorato un trend già in atto, perché la Russia copre quasi metà delle importazioni UE di gas, il 44% di quelle di carbone e quasi il 25% per quelle di petrolio (per sapere di più sulle cause del caro energia leggi anche Perché il prezzo dell’energia è alle stelle?). E ora le riduzioni delle forniture e i timori di un taglio totale degli approvvigionamenti russi peggiora ulteriormente il quadro.

Puntare su efficienza, fonti energetiche e nuove tipologie di contratti
Per mantenere margini economici sufficienti e salvare la competitività le imprese hanno di fronte a sé un percorso obbligato: spingere sull’efficienza energetica e l’auto produzione di energia. Tecnologie efficienti, cogenerazione, fotovoltaico, dovrebbero essere in questo momento una priorità nella “lista della spesa”, perché in grado di ripagarsi ora più velocemente che in passato, senza dimenticare che strumenti innovativi come i contratti EPC consentono di investire senza anticipare liquidità. Lo scorso anno gli investimenti in efficienza delle imprese sono tornati a crescere i Italia, ma sicuramente non è abbastanza per fronteggiare l’attuale situazione.