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RISTRUTTURAZIONI E INCENTIVI FISCALI: COME LA MANOVRA 2025 CAMBIERÀ IL PANORAMA EDILIZIO

La Manovra 2025 introduce novità importanti per le detrazioni fiscali legate all’edilizia, prorogando il bonus ristrutturazioni di un anno. Tuttavia, emergono critiche sulla mancanza di differenziazione tra interventi di alta qualità e interventi minori, oltre che sul possibile impatto negativo rispetto agli obiettivi energetici nazionali. Scopriamo nel dettaglio cosa cambia e quali soluzioni sono proposte per migliorare l’efficacia delle agevolazioni.

I dettagli della proroga del bonus ristrutturazioni
La Legge di Bilancio 2025 proroga il bonus ristrutturazioni al 50% per le prime case, mantenendo un limite di spesa di 96mila euro. Questo è un cambio di rotta rispetto alla previsione iniziale, che avrebbe visto una riduzione al 36% con un tetto di spesa più basso.

Per le seconde case, invece, le aliquote saranno ridotte progressivamente:

36% di detrazione dal 2025 al 2027.
30% di detrazione dal 2028 al 2033.
Se da un lato il mantenimento dell’aliquota al 50% per il 2025 rappresenta un sollievo per molti, dall’altro si teme che le future riduzioni possano scoraggiare gli interventi di riqualificazione.

Criticità della manovra 2025
Aliquote in calo, rischio minori interventi
A partire dal 2026, la riduzione dell’aliquota al 36% potrebbe frenare gli investimenti in edilizia, soprattutto per gli interventi di riqualificazione più significativi.

Mancanza di distinzione tra interventi
L’equiparazione tra interventi di alta qualità, come miglioramenti energetici o antisismici, e interventi di scarso valore aggiunto rischia di compromettere il raggiungimento di obiettivi importanti in termini di comfort, sicurezza e risparmio energetico.

Incoerenza con il PNIEC
Le misure previste non sembrano allineate agli obiettivi del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), mettendo in difficoltà il percorso italiano verso la decarbonizzazione e l’efficienza energetica. L’assenza di incentivi strutturali di lungo periodo rischia di lasciare l’Italia indietro rispetto ad altri paesi europei, come Germania, Francia e Svezia, che offrono schemi di incentivazione decennali.

Un’occasione da non sprecare
Mentre altri paesi europei stanno investendo in incentivi di lungo periodo per l’efficienza energetica e la resilienza degli edifici, l’Italia rischia di perdere terreno su un settore strategico per il contrasto al cambiamento climatico. Adottare misure più ambiziose potrebbe non solo aiutare a raggiungere gli obiettivi energetici, ma anche stimolare l’economia, supportando le piccole e medie imprese del settore edile.

Il 2025 sarà un anno cruciale per decidere il futuro delle politiche di incentivazione edilizia in Italia. Riusciremo a cogliere questa opportunità? Noi saremo al tuo fianco: scopri di più sulle soluzioni più adatte a te e inizia a risparmiare oggi stesso! Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.

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COME RISCALDARE CASA IN MODO EFFICIENTE: CONSIGLI E SOLUZIONI

Con l’arrivo dell’inverno, riscaldare la casa diventa una priorità per tutti. Tuttavia, mantenere il comfort senza far lievitare le bollette o pesare sull’ambiente può sembrare una sfida. Ecco alcuni consigli pratici e le soluzioni più moderne per riscaldare la tua abitazione in modo efficiente.

Caldaie a condensazione: il cuore del risparmio
Le caldaie a condensazione rappresentano oggi una delle soluzioni più performanti per riscaldare casa. Rispetto ai modelli tradizionali, recuperano il calore dai fumi di scarico, garantendo un rendimento superiore e riducendo i consumi di gas. Perfette per chi desidera un comfort costante senza sprechi.

Perché sceglierle?

  • Riducono i consumi fino al 30% rispetto alle caldaie tradizionali.
  • Sono ideali per abitazioni con impianti a pavimento o radiatori a bassa temperatura.
  • Beneficiano di incentivi fiscali come l’Ecobonus o il Superbonus.

Pompe di calore: tecnologia green per il riscaldamento
Funzionano utilizzando l’energia elettrica e l’energia termica rinnovabile presente in natura (nell’aria esterna, nell’acqua di falda o nel terreno) per riscaldare l’acqua dell’impianto e quella sanitaria, non bruciano combustibili fossili e non producono fumi di scarico inquinanti.

Ideale per chi:

  • Ha un’ottima coibentazione della casa.
  • Vuole abbattere le emissioni di CO2.
  • Desidera integrare il sistema con impianti fotovoltaici.

Riscaldamento a pavimento: comfort uniforme
Se sogni una casa calda in ogni angolo, il riscaldamento a pavimento è la soluzione ideale. Funziona a basse temperature, distribuendo il calore in modo uniforme e riducendo i consumi.

I vantaggi:

  • Comfort termico senza compromessi.
  • Nessun ingombro visibile: addio ai termosifoni.
  • Perfetto per chi ristruttura o costruisce una nuova abitazione.

Termostati intelligenti: la casa smart e calda

Un termostato smart ti permette di controllare il riscaldamento in modo preciso e intuitivo, anche da remoto. Puoi programmare la temperatura in base alle tue abitudini, ottimizzando i consumi e riducendo gli sprechi.

Perché usarli?

  • Ti aiutano a risparmiare energia.
  • Monitorano i consumi in tempo reale.
  • Si integrano con assistenti vocali come Alexa o Google Home.

Isolamento termico: il primo passo per riscaldare meglio

Riscaldare una casa ben isolata è molto più semplice ed economico. Investire in un buon isolamento di pareti, tetto e finestre riduce le dispersioni di calore, migliorando l’efficienza energetica complessiva.

Un consiglio extra:
Valuta anche soluzioni come doppi vetri o infissi a taglio termico. Questi piccoli accorgimenti possono fare una grande differenza.

La tua casa, il tuo comfort

Riscaldare casa non significa solo alzare la temperatura: significa scegliere soluzioni che rispettino il tuo portafoglio e l’ambiente. Investire in tecnologie moderne come caldaie a condensazione, pompe di calore e sistemi smart ti aiuterà a vivere un inverno caldo e sostenibile.


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PERCHÉ INSTALLARE UN SISTEMA DI VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA (VMC) IN CASA?

Negli ultimi anni, la Ventilazione Meccanica Controllata (VMC) sta diventando sempre più popolare nelle abitazioni moderne. Ma cos’è esattamente un sistema VMC e perché dovresti considerarlo per la tua casa? Scopriamolo insieme.

Cos’è la Ventilazione Meccanica Controllata (VMC)?
Il sistema VMC è progettato per garantire un ricambio d’aria continuo e automatico all’interno degli ambienti, senza bisogno di aprire le finestre. Questo impianto aspira l’aria viziata dagli interni e la sostituisce con aria fresca proveniente dall’esterno, opportunamente filtrata per eliminare inquinanti come polveri sottili, pollini e altri allergeni.

La particolarità della VMC risiede nello scambiatore di calore: l’energia termica dell’aria in uscita viene recuperata e trasferita a quella in entrata. Questo meccanismo consente di mantenere un ambiente confortevole riducendo i consumi energetici.

I principali vantaggi della VMC

1) Qualità dell’aria migliorata
Il sistema filtra l’aria in ingresso, eliminando impurità e allergeni, garantendo un ambiente salubre per tutta la famiglia.

2) Prevenzione di muffe e umidità
L’areazione costante aiuta a mantenere sotto controllo l’umidità interna, evitando la formazione di muffe e macchie sulle pareti.

3) Efficienza energetica
Grazie al recupero di calore, il sistema riduce i costi legati al riscaldamento, rendendolo una soluzione sostenibile e conveniente.

4) Comfort acustico
Non c’è più bisogno di aprire le finestre: questo riduce l’ingresso di rumori esterni, migliorando il comfort abitativo.

Le principali tipologie di VMC
Flusso singolo alternato: il ricambio d’aria avviene alternando l’aspirazione e l’immissione attraverso le stesse condotte.
Doppio flusso: l’aria viene gestita da due circuiti distinti, uno per l’immissione e uno per l’espulsione, con un’efficienza termica superiore.

Quando considerare l’installazione di un sistema VMC?
La VMC è particolarmente indicata in case di nuova costruzione o ristrutturate con alta efficienza energetica. In questi edifici, l’ermeticità degli ambienti è fondamentale per mantenere prestazioni energetiche elevate, ma può causare problemi di ventilazione naturale. Il sistema VMC risolve questa sfida, garantendo un flusso d’aria continuo e controllato.

Conclusioni
Un sistema VMC non è solo un investimento nella qualità dell’aria, ma anche una scelta intelligente per migliorare l’efficienza energetica e il comfort abitativo. Che tu stia costruendo una nuova casa o ristrutturando la tua abitazione, valutare l’installazione di un sistema VMC potrebbe fare la differenza per il tuo benessere e per l’ambiente.


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LA CORRETTA TEMPERATURA DELL’ACQUA CALDA DELL’IMPIANTO DI RISCALDAMENTO PERMETTE DI RISPARMIARE E DI MANTENERE IL COMFORT OTTIMALE. ECCO COSA DEVI SAPERE.

La giusta temperatura dell’acqua caldaia abbatte i consumi
Esistono diversi elementi che incidono sui consumi dell’impianto di riscaldamento:

  • il tipo di abitazione (se è dotata di isolamento termico o meno, se ha infissi di ultima generazione, eccetera);
  • il tipo di generatore di calore installato;
  • i terminali di distribuzione del calore (radiatori, pannelli a pavimento);
  • le buone abitudini per quanto riguarda la gestione del sistema.

C’è però un elemento che non tutti considerano e che, invece, incide molto sul risparmio e anche sul benessere che otteniamo in casa: la temperatura dell’acqua dell’impianto, che tecnicamente si chiama “acqua di mandata”. Se i tuoi consumi ti sembrano troppo elevati, oppure se la tua casa non si riscalda abbastanza, potrebbe esserci un problema proprio con la giusta temperatura dell’acqua caldaia.

Cosa è l’acqua di mandata della caldaia?
Una caldaia o un altro generatore di calore (come la pompa di calore) riscaldano l’acqua che fluisce verso i terminali di distribuzione del calore, ossia i termosifoni, i ventilconvettori o i pannelli radianti a pavimento. L’acqua di mandata di un impianto di riscaldamento è proprio quella che esce dalla caldaia, dopo che è stata riscaldata dallo scambiatore di calore dell’apparecchio.
Il valore della temperatura dell’acqua di mandata viene settato quando viene acceso per la prima volta l’impianto, a seconda di diversi fattori che il tecnico deve tenere in considerazione (soprattutto proprio il tipo di impianto).

Durante un inverno tipico del nord Italia, in un’abitazione dotata dei tradizionali termosifoni e senza isolamento termico, in media, la temperatura di mandata deve essere alta (fino a 70-75°C) per riuscire a riscaldare sufficientemente gli ambienti. Altrimenti le stanze non riuscirebbero a raggiungere i 20°C.
Se, invece, l’edificio è ben isolato termicamente, quindi si tratta di un’abitazione nuova o riqualificata con cappotto termico, generalmente è sufficiente una temperatura di mandata dai 45°C ai 60°C anche nelle giornate invernali più fredde, perché l’isolamento dell’involucro edilizio minimizza le dispersioni di calore.
Per questo motivo nelle abitazioni ben isolate possono essere utilizzate le pompe di calore, che funzionano con la massima efficienza proprio con temperature dell’acqua di mandata particolarmente basse, l’ideale sono gli impianti radianti a pavimento.

Queste, tuttavia, sono indicazioni orientative, perché la temperatura di mandata realmente ottimale (quella che ci fa risparmiare sui consumi mantenendo lo stesso comfort) non è mai fissa, dipende da condizioni che variano continuamente, come la temperatura esterna.

Cosa succede con una temperatura di mandata non corretta?
A livello generale, se la temperatura dell’acqua di mandata è troppo alta, si determinano perdite di calore attraverso le linee di distribuzione e i consumi per il riscaldamento aumentano. Viceversa, con valori troppo bassi dell’acqua, l’abitazione generalmente non si riscalda a sufficienza.

Negli impianti a temperatura fissa (come quelli con vecchie caldaie tradizionali), si imposta una temperatura dell’acqua che non varia. Ad esempio, per un’abitazione non riqualificata con i termosifoni va bene una temperatura costante di 75°C. Questa temperatura fissa è comunque modificabile, anche dall’utente, seguendo le indicazioni riportate nel libretto di istruzioni.

Oggi, gli impianti moderni dotati di caldaie a condensazione o di pompe di calore, che lavorano a temperatura scorrevole, sono capaci di variare la temperatura dell’acqua di mandata a seconda di determinati fattori. Ad esempio, se c’è un clima particolarmente rigido la temperatura dell’acqua di mandata sarà maggiore, mentre se il clima è mite anche nelle giornate invernali, la temperatura si abbasserà, perché acqua meno calda è comunque sufficiente a raggiungere il comfort domestico desiderato.

Come regolare l’acqua calda sanitaria?
La gestione della temperatura dell’acqua calda sanitaria è totalmente indipendente dall’acqua di mandata dell’impianto di riscaldamento e può essere regolata dall’utente. Normalmente, per ottenere un buon comfort sotto la doccia è sufficiente impostare acqua tra i 44°C e i 48°C, se la caldaia è del tipo istantaneo. Se, invece, la caldaia è dotata di un bollitore, ossia un serbatoio di accumulo per l’acqua calda sanitaria, meglio impostare una temperatura superiore attorno ai 50/55°C.

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IL BONUS PER LA SOSTITUZIONE DELLA CALDAIA A GAS È VALIDO ANCORA FINO A FINE ANNO: È IL MOMENTO DI CAMBIARLA?

La direttiva sulle Case Green (Energy Performance of Buildings Directive, EPBD) è arrivata alla conclusione del suo percorso. Con l’approvazione da parte del Parlamento Europeo, avvenuta il 12 marzo scorso, le nuove regole che porteranno gli edifici del Vecchio Continente a essere più efficienti sono ormai definite.

Cosa prevede quindi la nuova direttiva?
1) La fine dei bonus per le caldaie a gas da gennaio 2025;
2) Lo stop vero e proprio per l’installazione delle caldaie a gas a partire dal 2040;

Vediamo più nel dettaglio cosa prevede la direttiva Case Green. Concettualmente gli edifici non dovranno più raggiungere una soglia minima di prestazioni energetiche: l’obiettivo sarà a una generica riduzione dei consumi di energia del parco immobiliare del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035 (rispetto ai consumi del 2020). I Paesi europei, inoltre, potranno decidere in autonomia su quali edifici agire presentando dei propri piani, a condizione, però, che almeno il 55% della riduzione del consumo energetico sia raggiunto attraverso il rinnovo degli edifici più energivori.

Quanti edifici dovranno essere riqualificati in Italia?
A conti fatti, la a direttiva imporrà di riqualificare circa 5 milioni di edifici residenziali in Italia (sui 12 milioni esistenti).

Ogni Paese potrà, però, introdurre alcune deroghe, ad esempio per gli edifici sottoposti a vincoli (come quelli nei centri storici), per le seconde case utilizzate per meno di quattro mesi l’anno, per gli edifici religiosi e per i piccoli immobili sotto i 50 metri quadrati.

Come abbiamo accennato, tra le novità, quella più imminente (già dal prossimo gennaio) è quella relativa alle agevolazioni e bonus fiscali. La direttiva Case Green, infatti, prevede lo stop dei bonus per le caldaie alimentate esclusivamente a combustibili fossili (quindi anche a gas) a partire dal 01 gennaio 2025. Significa che c’è tempo solo quest’anno per sfruttare il Bonus Ristrutturazioni e l’Ecobonus per le caldaie a condensazione, che consentono di detrarre dalle tasse in 10 anni il 50% o il 65% delle spese per l’installazione (per ottenere il 65% con l’Ecobonus servono anche sistemi di termoregolazione evoluti).

Per massimizzare il vantaggio economico degli incentivi, Viessmann offre il programma Acquisto Facile, una forma di finanziamento a tasso agevolato accessibile tramite gli installatori Partner Viessmann presenti su tutto il territorio nazionale. Una modalità di acquisto particolarmente conveniente, perché le rate possono essere fino a 120 mesi e coprire fino al 100% dell’investimento.

Per quali apparecchi resteranno gli incentivi dal 2025?
La direttiva sancisce lo stop dal 2025 ai bonus per le caldaie alimentate “esclusivamente” a combustibili fossili (stand alone fossil fuel boilers), e questo fatto, almeno in teoria, lascia spazio alla possibilità di prevedere bonus per altre tipologie di generatori (che utilizzino gas rinnovabili) e ai sistemi ibridi composti da una caldaia e da una pompa di calore. Per questo tipo di tecnologia i bonus resteranno perché nel loro funzionamento sfruttano la pompa di calore che utilizza per il 70-80% energia rinnovabile.
Ovviamente gli incentivi rimarranno per i sistemi all-electric come le pompe di calore .

Facendo due conti, da qui al 2040 ci sono oltre 15 anni.

Anche acquistando una caldaia in questo momento, si ha tutto il tempo di ammortizzare le spese di installazione: sfruttando i bonus ancora disponibili (fino al 31 dicembre 2024) e considerando il risparmio sui consumi che apporta una caldaia a condensazione rispetto a un modello tradizionale, le spese si recuperano in pochi anni.

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GLI EDIFICI NUOVI O RISTRUTTURATI INTEGRALMENTE DEVONO PRODURRE IL 50% DELL’ENERGIA TERMICA CON LE RINNOVABILI. COME RISPETTARE NORMATIVA E AMBIENTE.

L’integrazione di impianti basati su fonti rinnovabili all’interno degli edifici è obbligatoria a livello nazionale ormai da più di un decennio. Il decreto legislativo 28/2011 imponeva per le nuove costruzioni (già dal 2011) l’obbligo di garantire il fabbisogno di energia da fonti rinnovabili per una quota pari al 50% e produrre una quota di potenza elettrica da fonte rinnovabile.
L’obiettivo è chiaro: abbassare il contributo (consistente!) della climatizzazione invernale ed estiva sulle emissioni climalteranti grazie alla diminuzione del consumo di combustibili fossili in linea con il piano di decarbonizzazione al 2030.

L’obbligo di utilizzare fonti rinnovabili negli edifici è definito dal decreto 199/2021, chiamato anche “Decreto Rinnovabili” che recepisce le indicazioni della Direttiva Europea 2018/2001 del dicembre 2018.
Il Decreto ha stabilito livelli minimi di fonti rinnovabili nella produzione di energia termica degli immobili in questi casi:

  • edificio di nuova costruzione o ampliamento di edificio la cui nuova porzione climatizzata ha un volume superiore del 15% del preesistente (quest’ultima condizione in alcuni casi legati alle regole vigenti nelle singole Regioni);
  • edificio esistente sottoposto a ristrutturazione rilevante con superficie utile superiore a 1000 metri quadrati, soggetto a ristrutturazione integrale degli elementi edilizi costituenti l’involucro, oppure edificio esistente soggetto a demolizione e ricostruzione.

Fino al 13 giugno 2022, in questi edifici vigeva l’obbligo di produrre almeno il 50% di energia termica con fonti rinnovabili e di garantire una potenza di 20 W per ogni m2 di superficie della casa a livello del terreno (una casa che occupa 100 m2 di terreno aveva l’obbligo di installare almeno 2 kW di impianto fotovoltaico).

Sono state decise a livello nazionale percentuali minime per coprire con fonti rinnovabili il fabbisogno di energia annuo per il riscaldamento, il raffrescamento e la produzione di acqua calda sanitaria (ACS); nelle singole Regioni la normativa può essere ancora più stringente.

Per le pratiche edilizie presentate in Comune dopo il 23 Giugno 2022 le percentuali stabilite sono:

  • riscaldamento + raffrescamento + produzione di acqua calda sanitaria (nel loro insieme): 60% per edifici privati, 65% per edifici pubblici;
  • sola produzione di Acqua Calda Sanitaria (ACS): 60% per i privati e 65% per edifici pubblici.

Inoltre, è obbligatorio rispondere alla produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili per una quota aumentata da 20 W a 50 W per ogni metro quadrato di superficie al livello del terreno (la stessa casa di 100 mq deve garantire 5 kW di potenza con un impianto fotovoltaico).

È facile intuire come il calcolo esatto della quantità di energia rinnovabile necessaria possa essere fatto solo da un progettista termotecnico che sappia calcolare tutta l’energia termica che serve alla tua abitazione. Inoltre, le differenti tecnologie sono considerate più o meno rinnovabili, solo a seconda di precisi indicatori di cui il progettista deve tenere conto.

DEROGHE ALLE IMPOSIZIONI DI LEGGE
Esistono due casi in cui è possibile derogare alle imposizioni di legge sulle rinnovabili:

  • se l’edificio è allacciato a una rete di teleriscaldamento efficiente che soddisfa l’intero fabbisogno di energia termica per il riscaldamento e per l’acqua calda sanitaria (in questo caso “efficiente” non è un semplice aggettivo generico ma fa riferimento alla definizione del decreto 102/2014 che stabilisce alcuni parametri perché una centrale di teleriscaldamento possa definirsi tale. Il gestore della rete di teleriscaldamento è obbligato a dare indicazioni in tal senso;
  • se l’edificio è sottoposto a tutela di carattere storico-urbanistico, solamente se è dimostrato che gli obblighi per il rispetto dei parametri (installazione di pompe di calore e di pannelli solari) siano incompatibili con i vincoli paesaggistici o culturali.

TECNOLOGIE PER RISPETTARE L’OBBLIGO DI FONTI RINNOVABILI
Bisogna fare subito chiarezza su una questione: l’obbligo riguardante la copertura del fabbisogno termico con le rinnovabili negli edifici stabiliti con il D.Lgs. 199/2021 non può essere soddisfatto tramite impianti che producono esclusivamente energia elettrica, utilizzata poi per alimentare i sistemi di riscaldamento.

Il fotovoltaico, insomma, è sempre la migliore soluzione per rispondere all’obbligo di copertura della potenza elettrica da fonti rinnovabili (50 W/mq), oltre che a rendere più efficiente la propria abitazione e risparmiare sui consumi, ma nel calcolo dell’energia termica non basta perché non viene conteggiato direttamente come energia rinnovabile, ma solo a compensazione dei fabbisogni di energia elettrica dell’edificio.

Per rispondere al 60% di copertura dell’energia termica sono necessarie tecnologie che sfruttano le rinnovabili termiche, ossia:

  • pompe di calore per la climatizzazione invernale ed estiva
  • pannelli solari termici per la produzione di acqua calda sanitaria (o per integrare il riscaldamento)
  • generatori di calore a biomassa.

Ora potrai capire perché in tutte le nuove costruzioni non troverai più una caldaia a gas come unico generatore di calore, ma piuttosto una pompa di calore.

La combinazione di queste tecnologie efficienti consente di rispettare la legge, ridurre consumi e costi in bolletta e abbattere le emissioni in atmosfera.

Come già detto, per rispondere all’obbligo di produzione di energia elettrica da fonte rinnovabile la soluzione è quasi obbligata ed è costituita dall’impianto fotovoltaico.

Segnaliamo a riguardo che il decreto 199/2021 e il successivo impianto legislativo hanno notevolmente semplificato l’installazione di impianti solari fotovoltaici (e termici) sugli edifici equiparando la loro installazione, nella maggior parte dei casi, a interventi di edilizia libera.

EVOLUZIONE FUTURA DEGLI OBBLIGHI SULLE RINNOVABILI

Già dopo la pubblicazione della direttiva 2018/2001, nel 2023 questa direttiva è stata modificata con la direttiva (UE) 2023/2413, come risultato di importanti modifiche, tra cui segnaliamo:

  • Il pacchetto “Fit for 55%” per ridurre le emissioni di gas climalteranti del 55% rispetto al 1990, fissando la quota di rinnovabile in EU al 40%
  • Il piano Repower EU del maggio 2022, a seguito della guerra Russia-Ucraina, che ha l’obiettivo di smarcarsi dalla dipendenza del gas russo e prevede l’installazione di pompe di calore e di impianti fotovoltaici per raggiungere il 45% di quota rinnovabile in EU.

A livello nazionale, il Decreto Rinnovabii 199/2021 impone dal 2024 una revisione almeno quinquennale degli obblighi previsti nel decreto.

Vuoi confrontarti con noi per sapere adempiere agli obblighi che riguardano le fonti rinnovabili negli edifici nuovi o integralmente ristutturati? Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.

(photo credit Christian Reimer)

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COME RINFRESCARE CASA? LE 7 TECNOLOGIE A DISPOSIZIONE

Climatizzatori fissi o portatili, raffrescamento a pavimento, Ventilazione meccanica controllata sono alcune delle soluzioni a disposizione. Una mini-guida per sapere come rinfrescare casa.

Casa senza aria condizionata? È il momento di pensarci
Se, come sembra, i cambiamenti climatici ci metteranno di fronte a estati sempre più lunghe e torride, poter sopravvivere senza aria condizionata diventerà quasi impossibile.

Da dove bisogna partire per capire come rinfrescare casa? Qual è il sistema migliore?
Le tecnologie a disposizione sono diverse e la scelta va fatta valutando sia le funzionalità dei sistemi sia le caratteristiche della nostra abitazione. Oltre, naturalmente, alle nostre esigenze.

Gli elementi che devi considerare per scegliere una soluzione di raffrescamento sono:

  • spazio a disposizione in casa (e all’esterno, se scegli un climatizzatore, per posizionare l’unità principale);
  • eventuali opere necessarie a livello murale e impiantistico;
  • numero dei locali che si vogliono climatizzare;
  • prestazioni e dimensionamento del sistema, per ottenere le condizioni di comfort desiderate;
  • efficienza energetica per garantire, a parità di comfort offerto, bassi consumi e risparmi in bolletta;
  • sostenibilità ambientale in termini di emissioni e di utilizzo di gas refrigeranti ecologici (nel caso dei climatizzatori);
  • praticità nella gestione delle modalità di funzionamento (freddo, caldo, deumidificazione, velocità ventola, funzionamento automatico, timer);
  • funzionalità innovative “smart” (controllo a distanza, rilevamento automatico presenze, rilevamento qualità dell’aria);
  • silenziosità, soprattutto se si vogliono installare gli apparecchi nelle camere da letto;
  • eventuale integrazione di tecnologie di purificazione dell’aria;
  • design curato, che non impatti eccessivamente sull’estetica degli ambienti.

CONDIZIONATORE O CLIMATIZZATORE FISSO
Produrre aria condizionata con un climatizzatore (o condizionatore) è, senza dubbio, la prima soluzione a cui si pensa quando si vuole raffrescare la propria casa. I climatizzatori fissi sono pompe di calore aria-aria, in grado sia di raffrescare in estate che di riscaldare in inverno (riscaldando con un condizionatore, tra l’altro, si può anche risparmiare).
Ormai, quasi tutti sono dotati di compressori con tecnologia inverter, che modula la potenza del climatizzatore in funzione delle necessità, evitando gli sprechi di energia dei vecchi modelli on/off.
I climatizzatori fissi sono generalmente silenziosi e versatili; possono essere installati praticamente in tutte le abitazioni con interventi anche non invasivi, basta la disponibilità di un balconcino per posizionare l’unità esterna oppure avere la possibilità di montarla in facciata.

È necessario scegliere un climatizzatore con potenza adeguata (espressa in BTU/h o in kW) a seconda del volume dell’ambiente da rinfrescare, altrimenti si rischia di non riuscire a raggiungere la temperatura desiderata. Bisogna considerare anche l’isolamento termico dell’edificio, le caratteristiche degli infissi e l’esposizione dei locali. Prima di acquistare un climatizzatore, è fondamentale leggere bene l’etichetta energetica. Oltre alla classe energetica (gli apparecchi migliori oggi sono A+++), bisogna controllare l’indice di prestazione stagionale SEER relativo al raffrescamento: più alto è il suo valore, maggiore sarà l’efficienza.

Ricordiamo che chi sceglie di installare un climatizzatore a pompa di calore in casa, può sfruttare fino alla fine del 2024 gli incentivi fiscali:

  • Bonus ristrutturazioni (50% di detrazione fiscale, valida per la sostituzione di un vecchio sistema oppure per l’installazione di uno nuovo)
  • Ecobonus (65% di detrazione per la sostituzione di un sistema meno efficiente). Questo incentivo è valido solo se il sistema sostituisce l’impianto di climatizzazione invernale esistente.

CONDIZIONATORE O CLIMATIZZATORE PORTATILE
I condizionatori (o climatizzatori) portatili sono economici e si possono installare in casa senza effettuare alcuna opera impiantistica, con il vantaggio di poterli trasportare da una stanza all’altra. Sono però:

  • meno efficienti di quelli fissi
  • decisamente più rumorosi
  • più ingombranti

Inoltre, la presenza del tubo flessibile dal quale viene espulsa l’aria calda impone un passaggio verso l’esterno che si può ottenere solo tenendo la finestra leggermente aperta (con una conseguente dispersione termica non indifferente) oppure realizzando un apposito foro nel vetro.

POMPA DI CALORE CON RAFFRESCAMENTO A PAVIMENTO
Il raffrescamento a pavimento permette di rinfrescare casa senza condizionatore ed è una valida alternativa ai classici climatizzatori ad aria, garantendo il comfort desiderato con un grande risparmio di energia.
Un impianto di raffrescamento a pavimento deve avere “a monte” una pompa di calore elettrica aria-acqua (o acqua-acqua) che viene utilizzata d’inverno per il riscaldamento, con il grande vantaggio di utilizzare un unico impianto per climatizzare la casa tutto l’anno.
La distribuzione del caldo/freddo avviene per irraggiamento: all’interno delle serpentine posate sotto il pavimento, in estate viene fatta scorrere acqua refrigerata alla temperatura di 15-18°C che abbassa la temperatura ambiente fino al livello desiderato.
Il raffrescamento a pavimento è una soluzione indicata nel caso di nuove costruzioni o ristrutturazioni in cui viene riqualificato anche l’impianto termico. Trattandosi di sistemi con un’inerzia elevata, però, non sono la soluzione più adatta se serve un impianto che rinfreschi la casa in poco tempo.

VENTILATORE
I ventilatori non sono veri e propri sistemi di raffrescamento dell’aria, non producono cioè la classica aria condizionata. Si occupano solamente di trasmettere una piacevole sensazione di fresco, creando correnti che favoriscono l’evaporazione dell’umidità sulla pelle, ma se fa davvero molto caldo il sollievo è limitato.
Sono disponibili in diverse dimensioni e tipologie (a soffitto, a piantana, da appoggio, con nebulizzatore dell’acqua integrato o senza pale) e hanno il vantaggio di essere pratici, costare poco e di consumare una minima quantità di energia elettrica. Per contro, con i ventilatori non è possibile impostare alcuna temperatura da raggiungere e, contrariamente ai climatizzatori, l’effetto è temporaneo: non appena si spengono si interrompe l’effetto rinfrescante, e caldo e umidità tornano subito a farsi sentire. Infine – ed è un aspetto da non sottovalutare – i ventilatori sono apparecchi generalmente rumorosi.

VENTILAZIONE MECCANICA CONTROLLATA CON FREE COOLING
I sistemi di Ventilazione meccanica controllata (VMC) non sono strumenti per la climatizzazione degli ambienti, ma svolgono l’importante funzione di ricambiare costantemente l’aria interna di casa, producendo aria pura e priva di umidità in eccesso, senza dover aprire le finestre. Sono molto importanti negli edifici nuovi o in quelli ristrutturati con cappotto termico e infissi ad alta tenuta, perché in questi ambienti, quasi “stagni”, non esiste una minima circolazione naturale dell’aria e c’è il rischio di formazione di muffe.
La VMC contribuisce anche a far risparmiare sul riscaldamento, perché recuperano il calore dell’aria interna prima che questa venga espulsa all’esterno.
In estate, però, possono aiutare a rinfrescare casa senza condizionatore in modo naturale e gratuito. Nei mesi caldi, infatti, l’aria fresca notturna viene immessa negli ambienti caldi (una volta purificata, ma senza passare dallo scambiatore di calore), regalando un clima piacevole durante il sonno senza dover utilizzare il climatizzatore. Questo metodo di raffrescamento si chiama “free cooling” ed è particolarmente sano, oltre a essere gratuito.

RAFFRESCAMENTO EVAPORATIVO
Il raffrescamento evaporativo sfrutta un principio di raffreddamento naturale per raffrescare l’aria.
Diversamente dal climatizzatore, in cui un compressore agisce su un gas refrigerante con particolari proprietà termodinamiche, nei sistemi di raffrescamento evaporativo l’aria aspirata dall’ambiente viene fatta passare attraverso un filtro costantemente bagnato, dove si raffredda cedendo calore all’acqua.
I raffrescatori evaporativi hanno bassi costi di installazione e consumi ridotti. Dato che creano umidità nell’ambiente (l’acqua che evapora dal filtro), sono però poco indicati per essere utilizzati in ambienti chiusi come quelli domestici (in una casa potrebbero persino peggiorare il comfort!), mentre si dimostrano adatti all’esterno o in ambienti grandi come i capannoni industriali aperti, dove c’è un continuo ricambio di aria.

SOLAR COOLING
Pochi sanno che con il calore del sole si può anche raffrescare la propria casa in estate. Stiamo parlando del solar cooling, ovvero la possibilità di sfruttare il solare termico, utilizzato normalmente per produrre l’acqua calda sanitaria che si utilizza in casa, anche per produrre acqua refrigerata da far scorrere nei terminali radianti.
In abbinamento ai pannelli, è necessario in questo caso installare una macchina frigorifera ad assorbimento che sfrutta l’energia termica generata dai pannelli. Il solar cooling è una tecnologia con ottime prospettive, ma è ancora poco utilizzata in ambito residenziale, soprattutto a causa dei costi più alti rispetto ai climatizzatori.

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UNA PICCOLA GUIDA INTRODUTTIVA ALLA TECNOLOGIA DELLE POMPE DI CALORE, PER SCOPRIRE VANTAGGI, FUNZIONAMENTO, TIPOLOGIE E CAPIRE QUALE MODELLO SCEGLIERE.

Per abbandonare le fonti fossili e passare alle rinnovabili pulite nel riscaldamento degli edifici una soluzione c’è: sono le pompe di calore, il sistema più indicato per chi vuole costruire o ristrutturare una casa a basso impatto ambientale.
Questa tecnologia offre molti vantaggi:

  • azzera le emissioni nocive locali e contribuisce ad abbassare quelle di CO2, perché utilizza energia elettrica e fonti rinnovabili;
  • funziona con rendimenti altissimi, ben superiori a quello di una caldaia a gas, dunque fa risparmiare energia;
  • la maggiore efficienza determina anche risparmio economico: se ci sono le giuste condizioni ambientali, il risparmio può superare il 30-40% in bolletta;
  • consente di soddisfare i requisiti della normativa italiana (D. Lgs 199/2021), che prevedono l’obbligo di soddisfare il 60% del fabbisogno termico dei nuovi edifici (65% nel caso degli edifici pubblici) e per questo motivo sono ormai uno standard nelle nuove costruzioni; nelle ristrutturazioni permette di migliorare di 2 classi energetiche l‘edificio anche senza realizzare il cappotto termico;
  • se la pompa di calore è reversibile permette sia di riscaldare sia di raffrescare casa con un unico impianto;
  • installando un impianto fotovoltaico per alimentare la pompa di calore si ottiene una sostanziale autonomia per il riscaldamento e si riduce ai minimi termini la bolletta.

GLI INCENTIVI PER LE POMPE DI CALORE
Le pompe di calore possono essere installate sfruttando differenti incentivi economici.

Con il Bonus ristrutturazioni (o Bonus casa), si può detrarre dall’Irpef in dieci anni il 50% della spesa anche se il sistema non sostituisce un impianto esistente. Se, invece, si tratta della sostituzione di un impianto di climatizzazione invernale, ad esempio una caldaia a gas, e la pompa di calore è ad alta efficienza (in base a dei valori limite previsti dalla normativa di riferimento), allora è possibile fruire della detrazione fiscale del 65% dell’Ecobonus. Entrambi questi incentivi sono attualmente previsti fino alla fine del 2024.

Una terza alternativa per abbassare il costo di installazione di una pompa di calore è il Conto Termico, che permette di recuperare una parte della spesa in 2 o 5 anni con un rimborso che viene erogato direttamente sul conto corrente.
Anche in questo caso si deve trattare della sostituzione di un impianto preesistente.

IL FUNZIONAMENTO DELLE POMPE DI CALORE
Il funzionamento di una pompa di calore è quello del ciclo termodinamico della “macchina di Carnot”.
Sfruttando un compressore alimentato da energia elettrica, questi sistemi riescono a trasportare il calore presente in una sorgente naturale, ad esempio l’aria esterna, all’interno delle nostre case. I particolari gas (es. propano) che circolano nel circuito vengono ciclicamente compressi per innalzarne la pressione e raggiungere la temperatura necessaria e poi fatti evaporare per ripetere il ciclo. Il calore ottenuto nel processo termodinamico viene trasferito agli ambienti riscaldandoli con diverse modalità.

Invertendo il ciclo di funzionamento, le pompe di calore fanno esattamente l’opposto: prelevano il calore all’interno e lo portano fuori raffrescando gli ambienti, proprio come fa un frigorifero.

POMPE DI CALORE IDRONICHE
La tipologia più semplice di pompa di calore è il climatizzatore di casa, che trasferisce freddo (anche caldo, se è reversibile) direttamente all’aria degli ambienti.
Qui parliamo però delle pompe di calore idroniche (aria-acqua o acqua-acqua) che non riscaldano o raffrescamento direttamente l’aria, ma l’acqua dell’impianto di riscaldamento e l’acqua sanitaria che utilizziamo in bagno e in cucina.
Le pompe di calore idroniche funzionano nel modo più efficiente con sistemi di diffusione del calore a bassa temperatura (35-40 °C) come i pannelli radianti a pavimento, ma oggi esistono modelli ad alta temperatura che, grazie soprattutto all’utilizzo di particolari gas, raggiungono temperature più elevate dell’acqua (fino a 70°C) e sono quindi adatte anche ai classici radiatori.

TIPOLOGIE DI POMPE DI CALORE A SECONDA DELLA FONTE ESTERNA
A seconda della fonte naturale da cui prelevano energia termica, le pompe di calore idroniche si distinguono in tre tipologie:
1) Pompa di calore aria acqua: sfruttano l’energia termica presente nell’aria esterna (l’aria contiene sempre un po’ di energia termica anche a bassissima temperatura) e sono le più utilizzate perché più semplici dal punto di vista impiantistico e con minori costi di installazione. Possono essere configurate anche all’interno di sistemi ibridi, che affiancano una pompa di calore a una caldaia a condensazione.

2) Pompa di calore geotermica acqua acqua: l’energia termica in questo caso è prelevata da acqua di falda o da fiumi e laghi. Vantano un livello di efficienza superiore per tutta la stagione invernale, perché l’acqua rimane a temperature più costanti. Bisogna però mettere in conto costi superiori di installazione.

3) Pompa di calore geotermica terra acqua: qui la fonte rinnovabile è il terreno da cui viene prelevato calore, grazie all’inserimento di una sonda nel sottosuolo a circa 10 metri di profondità, dove le temperature subiscono una modesta variazione nell’anno. Anche in questo caso, l’efficienza è superiore a fronte di costi di installazione e progettazione più alti.

TIPOLOGIE DI POMPA DI CALORE A SECONDA DELL’INSTALLAZIONE
Dal punto di vista costruttivo esistono due tipologie di pompe di calore idroniche: monoblocco o splittate. Vediamo in cosa si differenziano.

Pompe di calore monoblocco: in questi modelli il gruppo frigorifero (compressore, valvola di laminazione, evaporatore, circuito gas) e la parte idronica (circolatore, scambiatore) sono contenuti in un unico “contenitore” posto all’esterno della casa e il circuito gas è sigillato ermeticamente; in casa arrivano solo le tubazioni dell’acqua calda o refrigerata.

Pompe di calore splittate: il gruppo frigo risiede nell’unità esterna mentre la parte idronica è nell’unità interna che si installa dentro l’abitazione (in casa arrivano le tubazioni in cui scorre il gas refrigerante).

A livello pratico, la scelta tra una pompa di calore monoblocco o splittata deve essere fatta considerando essenzialmente le problematiche tecniche di installazione. Le monoblocco sono indicate, ad esempio, se il refrigerante è il propano, un gas soggetto a requisiti di sicurezza più stringenti.

POMPA DI CALORE IN ABBINAMENTO AL FOTOVOLTAICO
L’abbinamento di un impianto fotovoltaico con un sistema di riscaldamento elettrico basato su pompa di calore è senz’altro conveniente. Si può alimentare la pompa di calore con la produzione di elettricità rinnovabile dei pannelli (soprattutto se è installato anche un sistema di accumulo elettrico), avvicinandosi all’autosufficienza energetica e ottenendo riscaldamento, raffrescamento e acqua calda sanitaria a zero emissioni e quasi gratis (in alcuni periodi dell’anno, dove la produzione fotovoltaica cala, sarà comunque necessario consumare elettricità dalla rete).

Si può senz’altro affermare che la soluzione integrata costituita da pompa di calore e fotovoltaico rappresenta oggi lo stato dell’arte della climatizzazione efficiente, economica e ambientalmente sostenibile.

COME FARE LA SCELTA GIUSTA PER UNA POMPA DI CALORE
La progressiva diffusione delle pompe di calore ha spinto i produttori a diversificare l’offerta, tanto che oggi esistono molti modelli di diversa potenza adatti a quasi tutti i contesti (da pochi kW per abitazioni unifamiliari fino a centinaia di kW) e studiati per essere installati anche in spazi abbastanza ristretti.
Per scegliere la soluzione più adatta alla tua abitazione devi rivolgerti a uno specialista, come un progettista specializzati della Viessmann Professional Network, ovvero la Rete Viessmann di ingegneri, architetti, geometri e periti qualificati in efficienza energetica.

Per quale motivo?
Perché con una pompa di calore la fase progettuale è più importante e complessa rispetto a una caldaia. Se il progetto non è corretto, rischi di non ottenere il comfort giusto in casa o di spendere troppo in bolletta elettrica.

Per identificare il prodotto migliore, un termotecnico esperto considera:

  • la zona geografica dove è situato l’edificio;
  • il tipo di edificio come dimensioni e livello di isolamento termico;
  • il sistema di diffusione del calore che si vuole utilizzare (se vuoi, ad esempio, utilizzare i radiatori già presenti oppure vuoi l’impianto con i pannelli radianti);
  • la temperatura di esercizio a cui deve scaldare l’acqua la pompa di calore, in funzione di tutti gli aspetti sopra elencati;
  • le necessità di acqua calda sanitaria a seconda di quanti siete in famiglia, per dimensionare correttamente il bollitore di accumulo dell’acqua calda e suggerire l’eventuale supporto del solare termico;
  • lo spazio a disposizione esternamente e internamente all’abitazione, per poter installare senza problemi l’unità esterna, l’unità interna (se la pompa di calore è splittata) e il bollitore per l’accumulo dell’acqua calda.

Vuoi saperne di più sulle pompe di calore? Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.

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CALDAIA IBRIDA CON TERMOSIFONI, LA SOLUZIONE PER GLI EDIFICI ESISTENTI

I “sistemi ibridi” (chiamati anche caldaie ibride o pompe di calore ibride) sono soluzioni per il riscaldamento e la produzione di acqua calda sanitaria caratterizzate dalla possibilità di utilizzare diversi sistemi e fonti energetiche per il loro funzionamento: generalmente fonti fossili ed elettricità. In questo caso, si tratta dell’abbinamento tra una caldaia a condensazione a gas e una pompa di calore elettrica.

PERCHÈ È UTILE COMBINARE DUE DIVERSI SISTEMI DI RISCALDAMENTO?
Perché si possono sfruttare le migliori caratteristiche di ciascun generatore di calore, ottenendo comfort garantito, meno emissioni (per la presenza della pompa di calore) e anche bollette meno salate.
Grazie alla flessibilità e alla possibilità di adattarsi a molti tipi di abitazioni, i sistemi ibridi permettono di risolvere il problema dell’impatto ambientale del riscaldamento degli edifici dove non è possibile installare solo la pompa di calore, comprese le vecchie case con i termosifoni.

COS’È UNA CALDAIA IBRIDA?
Una caldaia ibrida, o pompa di calore ibrida, è un sistema di riscaldamento composto da due differenti generatori di calore che funzionano in modo “sinergico”:

  • caldaia a condensazione a gas;
  • pompa di calore idronica (ossia che riscalda l’acqua dell’impianto, come la caldaia).

Le caldaie ibride possono essere installate sfruttando l’Ecobonus 65% e il Conto Termico, ma per farlo devono rispettare alcuni requisiti: sia la caldaia a condensazione che la pompa di calore devono garantire determinati rendimenti e il sistema deve essere certificato come “Factory made”, ossia progettato e realizzato appositamente da un unico costruttore.
Non è, quindi, possibile utilizzare una caldaia a condensazione già presente in casa e montare anche una pompa di calore per ottenere un sistema ibrido.

COME SI ALIMENTA UNA CALDAIA IBRIDA?
Una caldaia ibrida funziona con il gas che serve alla caldaia a condensazione e con l’elettricità consumata dalla pompa di calore.
Una pompa di calore, però, non sfrutta solo l’elettricità, ma anche una fonte rinnovabile già presente: generalmente l’energia termica dell’aria esterna.
Grazie alla compressione e alla decompressione ciclica di particolari gas, il calore contenuto in queste sorgenti viene trasferito dalla pompa di calore dentro gli ambienti di un’abitazione. Inoltre, invertendo il ciclo di funzionamento una pompa di calore può anche raffrescare, esattamente come fa un frigorifero.

I VANTAGGI DI UNA CALDAIA IBRIDA
Le caldaie e le pompe di calore sono entrambe basate su tecnologie consolidate, ma nell’innovativa versione ibrida sono abbastanza recenti. Il successo, spinto indubbiamente dagli incentivi come il Superbonus, è legato al fatto che in molti casi rappresentano la vera soluzione. Grazie a una caldaia ibrida, infatti, si ottengono contemporaneamente questi vantaggi:
1) utilizzo delle fonti rinnovabili grazie alla presenza della pompa di calore;
2) mantenimento di un comfort domestico ottimale anche in giornate particolarmente fredde;
3 possibilità di installazione anche in edifici non bene isolati e dotati di impianto con termosifoni;
4) riduzione dei consumi e dei costi di riscaldamento.

COME FUNZIONA UN SISTEMA IBRIDO CON CALDAIA E POMPA DI CALORE?
Il funzionamento di una caldaia ibrida è “intelligente”, grazie alla presenza di un sistema di gestione che fa lavorare la caldaia o la pompa di calore in modo parallelo o alternato in base a quanta energia termica sta richiedendo l’abitazione in quel momento.
Fino a un certo livello di richiesta termica, nei giorni meno freddi, funziona solo la pompa di calore elettrica che garantisce efficienza e sostenibilità superiori, dopodiché – quanto bisogna riscaldare di più perché fuori fa più freddo – subentra la caldaia a condensazione, in affiancamento oppure, se il clima è molto rigido, ad esempio sotto gli 0°C, da sola. Il tutto in maniera automatica senza dover intervenire: il sistema considera in ogni momento la temperatura esterna, la temperatura dell’acqua di mandata dell’impianto ed altri parametri preimpostati.

QUANDO CONVIENE MONTARE UNA CALDAIA IBRIDA?
Ci si potrebbe chiedere: ma se la pompa di calore è il sistema di riscaldamento più sostenibile ed efficiente, perché bisogna integrare anche una caldaia a condensazione? Perché, come abbiamo ricordato sopra, la pompa di calore lavora con rendimenti alti solo se ci sono condizioni ottimali che non sempre si verificano. Inoltre, se i caloriferi non sono particolarmente generosi, quando fa molto freddo la sola pompa di calore può non riuscire a riscaldare abbastanza gli ambienti, in particolare se l’edificio è vecchio e non è presente il cappotto termico. In tutti questi casi il fatto di poter contare anche su una caldaia a condensazione risolve qualsiasi problema.
Nei vecchi condomini con riscaldamento centralizzato la caldaia ibrida può essere la soluzione migliore per raggiungere una maggiore sostenibilità e risparmio in bolletta, ma anche nelle abitazioni unifamiliari non riqualificate situate in zone climatiche rigide.

La valutazione corretta, in ogni caso, va sempre fatta fare a un tecnico esperto che potrà capire se per l’edificio in questione potrà bastare la pompa di calore o se sarà necessario un sistema ibrido.

Viessmann ha realizzato un rapido check energetico che ti permetterà di scoprire in pochi passi la classe energetica della tua abitazione ed individuare la soluzione più adatta alle tue esigenze.

Prova il check energetico

QUANTO SI RISPARMIA CON LA CALDAIA IBRIDA?
Un sistema ibrido costituito da caldaia a condensazione e pompa di calore elettrica non può permetterti di fare a meno del gas, dunque questa bolletta continuerà ad arrivare. Ma i risparmi non mancheranno.
Orientativamente, si può affermare che chi la sceglie ha un risparmio dei consumi di gas fino al 50%. Tutto, dipende, però, da come è stato dimensionato l’impianto e impostato il sistema intelligente che lo regola. In altre parole, da quanto la caldaia entra in funzione in affiancamento oppure in sostituzione della pompa di calore.

Vuoi saperne di più su come muoverti per cambiare la caldaia? Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.

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QUANDO BISOGNA SOSTITUIRE LA CALDAIA?

In linea di massima, una caldaia può durare più di 15 anni, ma con il passare del tempo possono intensificarsi episodi di malfunzionamento che, oltre a lasciarti al freddo in pieno inverno, fanno aumentare le spese per le riparazioni.

Inoltre, acquistando una caldaia a condensazione, avrai un modello con efficienza superiore, ridurrai i consumi e spenderai decisamente meno in bolletta, oltre ad avere a disposizione funzionalità evolute che migliorano il comfort domestico.

Oggi, poi, c’è un’altra ottima ragione per decidere di cambiare la caldaia: come spieghiamo più avanti, presto gli attuali incentivi per l’installazione di questi sistemi potrebbero non esserci più. Perché rinunciare alla possibilità di dimezzare il prezzo di acquisto della tua nuova caldaia?

SOSTITUZIONE CALDAIA, ECCO I SEGNALI PREMONITORI

Esistono alcuni segnali che sono dei “campanelli d’allarme” e che dovrebbero convincere anche i più indecisi che è arrivato il momento di sostituire la caldaia:

  • Malfunzionamenti ripetuti che richiedono l’intervento dell’assistenza a pagamento;
  • Riparazioni e sostituzione di componenti che non sono economicamente vantaggiose (il classico caso in cui si pensa “non ne vale la pena”);
  • Diminuzione di efficienza e aumento dei consumi, quindi delle bollette del gas, senza che ci sia stato un cambiamento nell’utilizzo della caldaia;
  • Incapacità della caldaia di garantire un’adeguata produzione di acqua calda sanitaria.

QUALI SONO GLI ATTUALI BONUS PER LA SOSTITUZIONE DELLA CALDAIA?
Oggi se sostituisci la vecchia caldaia installando al suo posto una caldaia a condensazione di classe A, puoi accedere in alternativa a due diversi incentivi che, almeno in teoria, dovrebbero restare fino alla fine del 2024:
1) Bonus ristrutturazioni o Bonus casa: consente di detrarre dall’Irpef il 50% delle spese, entro un limite di spesa complessivo per la ristrutturazione di 96.000 euro;
2) Ecobonus: consente di detrarre dall’Irpef il 50 o il 65% delle spese; per ottenere il 65% di sgravio fiscale devi installare insieme alla caldaia a condensazione anche sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VII che aumentano il risparmio energetico;

Entrambi questi incentivi prevedono di recuperare la detrazione spettante in 10 anni in dichiarazione dei redditi. Per accedere dall’Ecobonus 65% dovrai mettere in conto un piccolo investimento aggiuntivo per la sostituzione della caldaia, perché devi installare anche dei componenti di termoregolazione, come le valvole termostatiche sui radiatori di casa.

Devi sapere però, che gli attuali incentivi per le caldaie a gas sono a rischio e di certo non dureranno a lungo. Nell’ambito delle azioni contro il climate change, infatti, l’Europa ha intenzione di interrompere ogni forma di agevolazione per gli impianti che utilizzano fonti fossili, come il gas, anche se gli apparecchi sono efficienti ed evitano emissioni di CO2 rispetto a vecchie caldaie tradizionali.

Al momento la Direttiva UE non è ancora stata approvata definitivamente e può darsi che si arrivi a qualche compromesso. In ogni caso, sostituendo la caldaia quest’anno puoi esser certo di sfruttare gli incentivi.

La soluzione alternativa allo sconto in fattura: Viessmann offre un’alternativa per beneficiare dello stesso vantaggio. Come? Tramite la formula “Credito in fattura” che consente di ottenere un finanziamento agevolato per installare nuovi impianti termici che godono dei bonus fiscali (caldaie a condensazione a gas innovative come le Vitodens 100-W e Vitodens 100-E, pompe di calore, climatizzatori, ecc.). Quando si acquista una caldaia, quindi, si paga solamente la parte di spesa che rimane dopo aver tolto la detrazione spettante (il 50% o il 35% del totale, a seconda del Bonus), mentre il resto viene finanziato con un piano di restituzione rateale. Queste rate saranno ripagate con il valore del credito maturato e detratto dalle tasse in dieci anni, quindi di fatto senza costi aggiuntivi per l’utente.
Se sei interessato/a a questa formula, contattaci!

Quali sono i vantaggi di sostituire la vecchia caldaia con una nuova a condensazione?

  • Rendimenti elevati che consentono risparmi sui consumi di gas fino al 20-30%, se abbinate a sistemi di regolazione ambiente “smart” come i pannelli radianti a pavimento che funzionano a bassa temperatura, ma si consuma comunque meno anche con i tradizionali radiatori;
  • Diminuzione delle emissioni inquinanti per una maggiore tutela ambientale;
  • Bassi costi di gestione della caldaia e risparmio economico in bolletta fino al 30% (possono essere migliaia di euro risparmiati nel corso della vita utile dell’impianto);
  • Maggiore affidabilità e sicurezza del sistema;
  • Aumento del comfort e sprechi evitati grazie alla regolazione evoluta della caldaia.

COSA BISOGNA FARE QUANDO SI VUOLE SOSTITUIRE LA CALDAIA?
La sostituzione della caldaia è una scelta che va sempre ponderata bene e per l’installazione devi affidarti a tecnici qualificati. Ti consigliamo, quindi, di evitare in questo caso l’acquisto online dove nessuno può suggerirti il prodotto giusto per le tue esigenze.

Contattando tecnici esperti potrai trovare il modello di caldaia più adatto alla tua famiglia, in termini di potenza e dimensioni dell’eventuale bollitore, a seconda delle dimensioni della tua casa e del numero di persone che utilizzano l’acqua calda sanitaria.

Infine, se devi sostituire la vecchia caldaia puoi anche valutare altre tecnologie (e anche in questo caso un tecnico esperto può consigliarti). Ad esempio, puoi orientarti sulle pompe di calore aria-acqua che sfruttano una fonte rinnovabile oppure sui sistemi ibridi, che abbinano una caldaia a condensazione a una pompa di calore. L’investimento che dovrai mettere in conto è superiore a quello di una caldaia, ma ti ritroverai con un impianto all’avanguardia, sostenibile per l’ambiente, e che consente di ottenere nel tempo risparmi decisamente superiori.

Con una pompa di calore, poi, scegli di abbandonare completamente il gas per il riscaldamento e passare solo all’elettricità, risparmiando fino al 50% sui consumi grazie alla straordinaria efficienza di questi sistemi. Se installi anche un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo elettrico per alimentare la pompa di calore, la bolletta annuale per il riscaldamento può diventare irrisoria.

Vuoi saperne di più su come muoverti per cambiare la caldaia? Cliccando qui potrai chiederci maggiori informazioni.